Leopoldo Franchetti. Sonnino e Franchetti visitarono insieme le nove province siciliane nel 1875 ma poi scrissero separatamente i due volumi dell'inchiesta. Il primo si concentrò sulla politica e sull'amministrazione, il secondo sulla miserabile vita dei contadini.
Nascita: 31 maggio 1847, Livorno
Morte: 4 novembre 1917.
CONDIZIONI GENERALI
I. Palermo e i suoi dintorni
L'autorità pubblica vede i disordini, spesso conosce i colpevoli, ed è impotente a reprimere gli uni e a punire gli altri. Simile ad un esercito in mezzo a paese nemico, è costretta a diffidar sempre. Se qualcuno del paese le si avvicina e sembra che voglia aiutarla , spesso ha più che mai ragione di temere di essere tratta . in un modo o in un altro, a tradire l'interesse pubblico. Non mancano i sottili ritrovati per farle credere vantaggio generale quello di un individuo o di una camarilla, e farle in tal modo volgere a vantaggio di questi la forza e i mezzi che trae dal suo istituto. Un funzionario che, prendendo la sua missione sul serio, cercando in buona fede, senza guardare ad altro, di far prevalere l'interesse generale, pigli un provvedimento savio, realmente utile, se, volendo o no, ha leso qualche interesse potente, si vede ad un tratto sorger contro una tempesta di pubblica opinione , nata non si sa come, venuta da non si sa dove. Da ogni parte si brandiscono sul suo capo tutti i ferri vecchi e rugginosi della fraseologia liberale, i sacri diritti del cittadino, gli immortali principi ecc. ecc.; al suo provvedimento sono date le interpretazioni le più assurde, attribuiti i motivi più odiosi; si sente rovesciare addosso una valanga di accuse le più ridicole , le più inverosimili; sente condannare e criticare al medesimo modo delle medesime persone i suoi errori e i suoi provvedimenti più giusti e lodevoli.
Spersa in mezzo ad una congiura universale di silenzio e d'inganni, trovando oppositori ed avversari in coloro stessi nei quali la legge gli impone di trovare alleati e coopersatori, sentendo le armi datele dalla legge spezzateglisi fra le mani e mancarle da pertutto il terreno sotto i piedi, l'autorità cerca intorno a sé qualche sostegno, e si aggrappa al primo che trova; si raccomanda agli arbitrii che le concede la legge, chiede a loro soli la sua salvezza . Così le vien fatto di estendere l'applicazione il più possibile, di voltare in tutti i versi il testo della legge per scoprire qualche modo nuovo di usarla, e quando non la trovi sufficiente, di applicarsi talvolta agli arbitri all'infuori di essa. Ma questo rimedio disperato non riesce ad altro che a crescere ed inasprire i mali, ed ha per ultimo effetto di attaccare al medico stesso il morbo, che cerca di guarire. Ne fu fatta la triste esperienza soprattutto dal 1860 al 1874, e più che in ogni altro momento, sotto la prefettura militare.
(Segue)
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