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domenica 21 maggio 2023

Alle radici dell'Umanità (19)

 Considerazioni

  I millenni trascorsi che stiamo improntando sulla scia del testo biblico (testo che ha finalità diverse rispetto alla Storia) forse è il caso di provare ad inquadrarli temporalmente. L'area finora rievocata, ai nostri giorni, viene dagli storici denominata "Vicino Oriente", un Vicino Oriente pre-classico però. Circoscrivendola abbiamo il Mediterraneo ad Ovest, il Mar Nero a Nord-Ovest, il deserto arabico a Sud, l'altopiano iranico e golfo persico ad Ovest.

  Il lungo periodo misurabile in millenni sulle vicende bibliche (3500-500 a.C.) ha in qualche modo continuità e compattezza. Si tratta di lunghissimi lassi di tempo che hanno alimentato processi di arricchimento e di rielaborazioni  dei dati culturali dei popoli. Non si tratta ovviamente di lassi di tempo nè lineari nè compatti. La Bibbia è improntata delle complessità nel tempo e nello spazio, di opposizioni fra nomadi e sedentari, fra città e campagna, fra villaggi e vita agro-pastorale. Nè, lo ripetiamo, l'intento della Bibbia è quello di documentare la Storia, ma di riportare un messaggio. Il genere storiografico era allora lontanissimo dal venire e le possibili iscrizioni e/o gli annali che capiterà di incontrare hanno carattere politico/celebrativo del Potere, oggi diremmo di propaganda.

 Ogni cultura, ogni civiltà ha avuto e continua ad avere un suo senso  della storia e tante iscrizioni dei secoli (millenni) andati hanno esclusivamente valenza celebrativa e di affermazioni propagandistiche. Molte storie che vengono da quei millenni trascorsi hanno pure l'intento di legittimare, convalidare scelte umane (e talvolta divine); puntano a convincere i destinatari. Altre storie hanno intenti prevalentemente celebrativi.

  Come disporsi a leggere la Bibbia

Quando ci si imbatte, leggendo, sulla domanda. Adamo dove sei?, in realtà va letto "tu, ...xy..., tu Uomo..di tutti i tempi .. dove sei?". 

Protagonista delle prime pagine della Bibbia non è quell'immaginario personaggio lontano nel tempo e nello spazio, tiene a precisare Gianfranco Ravasi, cardinale, da cui attingiamo le riflessioni che seguono.

Fino a non molto tempo fa molti, credenti e non, pensavano, e in tanti lo pensano ancora, che quelle pagine bibliche non fossero altro che descrizioni sul primo uomo. ... del signor Adamo, che -stando all'australopiteco di cui ci occuperemo sul blog nelle pagine del giovedi sarebbe vissuto qualche milione di anni fa-. La Bibbia non si occupa di Storia.

La Bibbia è "storia" nel senso esistenziale. Chi ha scritto le pagine del testo prova a dare una "storia esistenziale", prova a spiegare attraverso riflessioni retrospettive un tempo di partenza ideale. In questa logica non è la storia di un tempo determinato, è in realtà la storia ricorrente, quella che sempre riappare nelle vicende umane. Le letture che si fanno sono diverse, ma provano tutte a leggere l'uomo, sotto più ottiche (mito, storia, letteratura...) tutte rivolte a farci conoscere, a conoscere quello strano essere che è l'uomo, l'uomo di ieri, di oggi e ... di domani.

Scopo della Bibbia è di dire qualcosa, che per i credenti è poi contenuta nella rivelazione. Sapienza, mito, Storia, Letteratura contengono tutte percorsi per poi cogliere e capire l'uomo, ma nel mistero di una rivelazione di Dio.

(Segue)

I Tempi scientifico-storici (ripresi da National Geographic)

  Circa 1900  a.C.         Circa 1900 a.C.           Circa 1900 a.C.             Circa 1894 a.C.             Circa 1860 a.C.

 Gli elamiti migrano     Gli Assiri sviluppano    La scrittura cuneiforme     Samu-Abum fonda     La legendaria data di

   dalla Persia alla      stazioni commerciali       viene semplificata         una nuova dinastia            fondazione di 

     Mesopotamia        in tutto il Vicino Oriente     a seicento segni                a Babilonia         Babilonia da parte  degli

                                                                                                                                                               Amorrei

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(Segue)

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 Il credente cristiano: 

Pavel Nikolèjevic Evdokimov

dal testo "Teologia della Bellezza"

Cosmologia biblica

 Il racconto biblico  della creazione ne descrive il cammino progressivo che si arresta e culmina nell'uomo. L'uomo appare come il compimento della creazione, come il centro in cui convergono tutti i piani dell'essere. Questa posizione centrale spiega la sottomissione normativa della natura all'uomo come al suo lògos cosmico, come alla sua molteplice ipostasi. L'uomo "coltiva" la natura, dà il nome agli esseri e alle cose, li "umanizza". La sua relazione diretta col Creatore è costitutiva del suo essere.

  Parlando della caduta, la lettera ai Romani si riferisce all'antica maledizione - "maledetto sia il suolo per causa tua!" (Gn 3,17) - e precisa che "la creazione è stata sottomessa alla caducità non per suo volere" (Rm 8,19-20). Perciò lo stato di schiavitù della natura non risulta da una "evoluzione naturale"; essa è vittima: a causa dell'uomo che perde il suo posto cosmico, la natura perde la sua norma iniziale e questa situazione di fatto diviene il suo "stato naturale".

  Questo "sfasamento" la disumanizza e spiega la sua esteriorarizzazione in rapporto al Bene e al Male, perché l'uomo è il solo a possedere la coscienza morale. In tal modo, moralmente neutra, la natura si trova sottoposta al principio della necessità e della lotta per l'esistenza. Nelle sue ripercussioni cosmiche  la caduta ha pervertito non solo i rapporti iniziali  tra Dio e l'uomo, ma anche tra l'uomo e il cosmo. La natura non è "demoniaca", ma il rapporto turbato dell'uomo con il mondo priva quest'ultimo dal suo centro e così altera la sua natura, la sconsacra. 

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