Franco Cardini,
in una intervista al Corriere della Sera
Avere cura dell’ambiente è divenuto, più che in passato, necessità imprescindibile dell'umanità. Non è di certo una esigenza sorta con Greta Tintin Eleonora Ernman Thunberg, l'attivista svedese, nota per le sue battaglie a favore dello sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico, e nemmeno con la generazione sua.
«Il prendersi cura è nella nostra natura e riguarda tutto, la nostra salute così come il territorio. Quando questo atteggiamento viene meno, nella storia, è lì che nascono i disastri».
Lo «spreco» è considerato un peccato già nella Bibbia, dice il professor Cardini, e pure gli etruschi si curavano di raccogliere gli scarti della lavorazione del ferro in montagnole ben definite, e proprio quegli scarti vennero riutilizzati («riciclati») nell’Ottocento con lo sviluppo dell’industria ferriera toscana.
«I monaci cistercensi mille anni fa erano maestri nella bonifica delle paludi, e perfino uno che del rispetto per non aveva affatto una gran cura, tanto che oggi sarebbe forse processato dai tribunali internazionali, in realtà in quel pochi mesi di esilio all’Elba dimostrò che se voleva era capace eccome, di prendersi cura del territorio». Il periodo napoleonico, peraltro è la testimonianza della «cura del patrimonio artistico e culturale», più in generale della bellezza, come priorità che pure abbiamo dentro di noi: «Non ho pianto per la morte di mia nonna – dice Cardini – quanto ho pianto per l’incendio di Notre-Dame».
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