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venerdì 15 luglio 2022

Da Crispi a Giolitti. Cosa poterono significare Destra e Sinistra nel dopo Unità del Paese ?

 I Fasci Siciliani

L'Unità d'Italia, nella forma in cui è avvenuta, esprime il taglio voluto dal governo piemontese, nel senso che esso si era impegnato in più situazioni ed in più atti, con la tradizionale nobiltà siciliana a cui venne assicurata la sua tradizionale preminenza nella vita sociale ed economica dell'Isola. 

Si pensi che nel plebiscito indetto per sancire l'Unità furono tolte tutte quelle profonde riforme che il governo garibaldino aveva dato per assodate. Da tutti i paesi dell'interno dell'Isola erano accorsi per sostenere e potenziare i volontari garibaldini migliaia di contadini e di gente disperati, tutti desiderosi di uscire dagli ancora vitali gangli feudali (ormai latifondisti). Da Contessa, dove nelle giornate garibaldine, si susseguirono più omicidi, i ceti più umili erano convinti che il rimedio ai secolari gravami stava nel cambiamento politico ed infatti, in circa duecento unità, si resero disponibili per le battaglie in vista di quanto avrebbe significato "Ponte Ammiraglio".

Se le promesse garibaldine vennero purtroppo meno, tutto fu addebitato al governo di Torino, preoccupato di dare al mondo politico internazionale e, soprattutto europeo, la totale adesione dell'Italia all'ordinamento politico ed economico continentale. Tutte le forze avverse al nuovo ordinamento amministrativo e politico che potessero mettere in dubbio la credibilità del governo di Torino furono in conseguenza pesantemente perseguite. La linea politica perseguita fu quella del "moderatismo", immediatamente affidata per l'applicazione alla "nobiltà" siciliana (i gattopardi) e alla numericamente scarsa "borghesia di impronta liberale", ossia ai ceti che avevano già il controllo quasi totale della società isolana.

Questo spiega il rigore disposto da governo di Torino di reprimere, con ogni mezzo ed in tempi rapidi,  quello che appariva essere il risoluto movimento garibaldino. Questa linea politica non favori di certo la pacificazione degli animi ma spiega la massiccia emigrazione del post arrivo del governo dei Savoia da tutti i paesi dell'entroterra siciliano. Quelle centinaia di "contessioti" che si erano resi disponibili di partecipare alla campagna garibaldina, in tanti non tornarono più a Contessa; dal ponte Ammiraglio puntarono quasi subito al porto di Palermo in direzione di New Orleans e quando furono là fecero in modo che altre centinaia li raggiungessero: in quel nuovo mondo vivere non significava più umiliazione. Appena due anni dopo, 1862, i notabili di Contessa denunciano alle Autorità e ai giornali dell'epoca che non è possibile portare a termite la campagna di raccolta del grano per carenza di manodopera. Era infatti iniziata al seguito degli ex garibaldini la fuga di massa verso New Orleans.

Dobbiamo tuttavia allacciarci alla vicenda nazionale per proseguire sul tema che ci siamo proposto e che dovrà condurci al Movimento dei Fasci Siciliani. Quanto qui rievocato, lo si trova già in decine di pagine sparse sul Blog.

(Segue)

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