Dal Barocco alla Modernità Novecentesca
LUOGHI CELEBRI E CARATTERI DEI SICILIANI
di
Johann Hermann Von Riedesel
(Col viaggio in Sicilia e nella Magna Grecia nella primavera del 1767 Johann Hermann von Riedesel, barone di Eisenbach di Altenburg, (1740-1785) realizzava il sogno di ogni classicista dell’epoca: visitare se non la Grecia, almeno, la sua non secondaria appendice italiana. In Italia c’era già stato una volta tre anni prima, ma, come era consuetudine, non si era spinto al di là di Napoli.).
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LUOGHI CELEBRI E CARATTERE DEI SICILIANI - PARTE III°
Qui, sulla vetta di uno dei monti più alti del mondo, godetti del panorama più esteso e più bello che si possa immaginare, Dietro i monti appenninici della Calabria vidi sorgere il sole: esso illuminava tutta la parte orientale della Sicilia ed il mare che separa l'isola dalla Calabria che si vede chiaramente; e si può scrutare tutta la costa fino al golfo di Taranto. Sotto i miei piedi giacevano Catania, Augusta e Siracusa, a destra, e Taormina e la zona di Messina, a sinistra. Le diverse eruzioni della montagna, i boschi, i campi stupendi di questa fertile isola, le innumerevoli città e paesi, il mare di Lentini (Leontium) producevano un alternarsi incantevole alla vista, le nuvole si muovevano sospese sotto la cima della montagna ed il sole creava le più belle sfumature di colore. Quando, da questa altezza, si ha sotto gli occhi tutto ciò che è mortale, si crede di poter comandare la natura e di essere al di sopra dell'umanità. Poveri uomini che come formiche in un territorio angusto lottano per un pascolo di paglia. Che cos'è un regno se paragonato alla terra? Che cos'è la terra se paragonata al mare infinito? Che cos'è il mare se paragonato al sistema planetario? Felice è solo colui che, liberamente e senza costrizioni, può scegliere, almeno, il luogo dove vivere godendoselo senza problemi, mentre tanti altri uomini, come schiavi, devono passare tutta la vita in catene.
Johann Hermann Von Riedesel |
Quel 2 maggio, il freddo era così forte come lo è in Germania in gennaio sul monte più alto; quindi alle 7 del mattino, quando mi approntai a scendere, ero così congelato da non potermi più muovere anche se ero stato, appena, tre quarti d'ora fermo. Il contadino che mi accompagnava insisteva che scendessimo perché aveva paura di morire assiderato. L'aria non è così fine e sottile da far perdere il respiro o da far sentire soffocati, come alcuni viaggiatori avevano raccontato, sebbene ciò dipenda dalla costituzione dei propri polmoni. Durante la discesa vidi l'eruzione del 1763 che, a causa dell'altezza raggiunta, è stata la più terribile. Essa si è accatastata così tanto da essere più alta del più alto palazzo di Roma, ma, appunto per questo, non si è molto estesa. L'anno scorso, 1766, ha ricominciato ad andare avanti dal punto in cui aveva cessato di defluire. Gli abitanti del paese più vicino alla cima di questa montagna vivono del trasporto della neve verso Catania e Riposto, che è un paesino sul mare, da dove le navi maltesi caricano la neve per portarla nell'isola. Questa neve viene conservata per tutta l'estate nelle grotte di montagna e viene portata a valle, in groppas agli asini, nella quantità desiderata. L'isola di Malta paga una somma annuale per una certa quantità di questa neve come fanno anche per i tomoli di cereali che vengono importati dalla Sicilia ad un prezzo immutabile e senza aggravio di spese di spedizione e di tasse doganali.
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