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sabato 30 luglio 2022

Società feudale. Come funzionava il "potere"

 Piccoli dati: 

Capire come veniva governata Kuntisa

 La ricostruzione che qui tracciamo è frutto di carteggi (testi storici) pertinenti del mondo Peralta-Cardona e, dove questa si rivela carente, di altre realtà feudali del XIV e XV secoli.

 E' dato per scontato che né i Peralta, né i Cardona, e poi i loro successori aventi diritto, si occupassero in prima persona,  del governo dei loro immensi territori di cui contiamo di pubblicare in seguito una mappatura. Il sistema si fondava su un "maestro procuratore" che i documenti dell'epoca definiscono "socius et familiaris" dei signori, il quale oltre che provvedere al governo effettivo dei territori era tenuto a presentare regolari "rendiconti sull'amministrazione di tutte le baronie, contee e terre" facenti parte dei vasti domini. Per ogni realtà locale comunitaria il "maestro procuratore" insediava procuratori di fiducia scelti direttamente dai Peralta-Cardona o da lui.

  A Kuntisa i procuratori per tutto l'intero periodo feudale furono gli appartenenti alla stessa famiglia che i Cardona fecero arrivare dall'area del messinese, dove generalmente risiedevano i Vice-re, e alle cui discendenze anche i Gioeni e poi i Colonna rinnovarono sempre le deleghe per l'esercizio del potere locale.

  Il potere conferito ai procuratori fu sempre unitario, articolato ovviamente su varie funzioni, e sempre appartenente alla stessa famiglia. 

  Avremo modo di entrare nei dettagli sul funzionamento della "baronia", che ovviamente ricalca quello più generale delle altre realtà dell'Isola.


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