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sabato 16 luglio 2022

Le svolte radicali. La politica e lo spirito del tempo ==2==

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Dalla fine della "Polis" alla fine delle libertà politiche

dal cittadino all'individuo.

Dalla democrazia cittadina della Grecia
all'individuo all'interno di un
vastissimo Impero.
Cessa la partecipazione alla
vita pubblica, ormai affidata
ai "funzionari".


 Nell'antica Grecia, precedentemente all'impero di Alessandro Magno, l'uomo era anche "cittadino" all'interno della città-stato; abbiamo visto nella precedente pagina che con l'Impero arrivato quasi ai confini dell'India avvenne un "risvolto" che da cittadino lo rese "individuo", essendo stata affidata la cura dei territori a dei "funzionari", piuttosto che agli organi assembleari locali. In quel passaggio storico accadde che per la forza degli eventi l'uomo -in un certo senso- dovette chiudersi in se stesso, magari per cercare nuovi scopi del vivere da "individuo" piuttosto che da "cittadino" partecipe delle necessità della "città"..

 Questo passaggio è chiaramente riportato da Ettore Bignone, filologo classico e letterato (1879 - 1973) da cui riportiamo per intero una pagina:

"L'educazione civica del mondo classico formava dei cittadini; la cultura dell'era di Alessandro in poi ha forgiato degli individui. 

Nelle grandi monarchie ellenistiche i legami ed i rapporti fra l'uomo e lo Stato divengono ognor meno stretti e imperiosi; le nuove forme politiche, in cui il potere è tenuto da uno solo o da pochi, sempre più concedono ad ognuno di foggiare a suo modo la propria vita e la propria persona morale, e anche nelle città in cui perdurano, come ad Atene (almeno nella forma), gli antichi ordinamenti, l'antica vita civica, ormai degradata, pare sopravviva a se medesima, languida, intimidita, fra velleità di reazioni represse, senza profondi consentimenti negli animi. 

L'individuo è ormai libero di fronte a se stesso. L'avventuriero in cerca di fortuna è un tipo letterario che i nuovi poeti, come Menandro, Teocrito, Eronda, colgono dal vero e ritraggono con singolare vivacità e simpatia. Le nuove monarchie dell'Asia e dell'Egitto -coi loro fascini di rapide fortune, da favola -  e ricchezze, con l'occasione data da ogni audacia singolare, ad ogni ingegno induce di uscire in luce - la facilità di viaggi e di commerci nel penetrato Oriente, traggono a sé i più vari spiriti, offrono loro momentanee patrie mutevoli, ove si addensa una folla che ha per supremi Dei la risonanza o il danaro o l'avventura. Ognuno vale, non più come membro della città in cui è nato, di cui debba dividere la fortuna, la grandezza, la sventura, ma quanto vale il suo ingegno, l'intimo genio del suo spirito. L'uomo pare tutto ormai: unico artefice del suo valore e del suo destino, signore a se stesso".

 E' ovvio che questa descritta signoria dell'individuo degenera nell'individualismo e nell'egoismo. Pare ricordarci il passaggio dell'Ottocento post unitario dell'Italia, dalla economia contadina al nascente capitalismo cosmopolita.

(Segue)

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