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sabato 16 luglio 2022

Contessa Entellina. C'è chi da lontanissimo, dalle coste del Pacifico, ha nostalgia del paese degli antenati

Gruppo di italo-americani
nella sacrestia della Chiesa Madre
di Contessa Entellina
per provare a rintracciare nei
registri parrocchiali traccia
degli avi.

La visita è stata per gli ospiti
feconda ed istruttiva grazie
al ruolo di traduttrice assolto
da Anna Fucarino, insegnante
di Inglese nelle scuole pubbliche e
conoscitrice della storia e cultura
locale.


 Qualcuno parla di turismo di periferia, altri di impegno e di volontà per far conoscere il territorio di Contessa Entellina a prescindere dai riconoscimenti e dagli attestati della Pubblica Amministrazione. 

 Nella Sicilia dei piccoli comuni, dei paesi isolati e con la viabilità che per decenni può accadere che non venga curata, capita che arrivino addirittura dall’altra parte dell’Oceano Atlantico o addirittura dalle sponde del Pacifico, dalla California,  dei visitatori. E' accaduto a Contessa Entellina nella giornata di oggi, sabato 16 luglio.

 Al seguito di lontani ricordi tramandati da nonni e bisnonni, una comitiva di americani è arrivata a Contessa E. dalla lontanissima California inseguendo appunto le narrazioni di nonni e bisnonni che avevano riferito di un paese della Sicilia Occidentale da loro lasciato durante l'immediata vicenda garibaldina per inseguire il sogno americano. Le bussole per raccordarsi con la locale, di Contessa E., Associazione "Vivere Slow" di Nino Montalbano e di Anna Fucarino sono state, in particolare, due cognomi degli antenati: Ferrara e Clesi.  Due cognomi che tuttora risultano nei correnti registri anagrafici del paese di origine della Comitiva e che loro hanno provato pure a rintracciare nei registri parrocchiali.

 Nello spazio antistante la Chiesa Madre gli italo-americani arrivati dalla California hanno ascoltato con la massima attenzione le illustrazioni, rievocazioni e peculiarità locali dal fluido e dettagliato inglese di Anna Fucarino, che ha pure voluto presentare agli ospiti alcuni rappresentanti locali che tuttora portano quegli antichi cognomi (Ferrara e Clesi) a cui gli ospiti si rifacevano per giustificare il ritorno nella terra degli avi.

 Gli ospiti hanno successivamente visitato l'interno della Chiesa Madre e poi, al seguito di Anna Fucarino hanno esplorato alcune vie del paese per poi raggiungere la Chiesa della Favara. A loro la realtà, seppure  quasi disabitata, di Contessa, ha suscitato sentimenti sicuramente nostalgici e rievocativi sulle loro origini; a noi che scriviamo ha fatto pensare che se fosse possibile unire -quanto meno negli intenti di rinascita- le ormai scarse risorse umane locali forse uno sbocco di vitalità potrebbe ancora sussistere per questo paese.

 Gli ospiti hanno ammirato e fotografato tutto ciò che coglievano in termini di bellezza e peculiarità, a cominciare dalla chiesa di rito bizantino che caratterizza questo centro in terra di Sicilia.

  Sebbene dal periodo dell'emigrazione degli antenati siano passati quattro o cinque generazioni per quegli ospiti l’Italia e Contessa sono tuttora rimaste nel cuore e nei ricordi di famiglia. Questo sentimento potrebbe costituire punto di partenza per attivare regolari e ufficiali contatti culturali col vasto mondo degli italo-americani. 

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