L'intolleranza religiosa
Il 1492, oltre alla "scoperta" dell'America, era stato l'anno in cui gli eserciti dei "re cattolici" di Spagna espugnando "Granada" posero fine alla presenza musulmana in terra iberica che durava dall'VIII secolo. Da subito fu avviata la "cristianizzazione" libera e soprattutto "forzata" dei territori riconquistati, che però fu -pure- reinterpretata dirigendola anche contro le comunità ebraiche, concedendo a queste pochi mesi per abbandonare il territorio iberico e tutti quegli altri dove comunque si estendeva l'influenza iberica: quindi anche in Sicilia (e molti altri territori).
A modo loro le autorità spagnole non pensarono mai di essere intolleranti, né di intromettersi in un campo religioso che nulla aveva a che fare col governo civile dei loro domini. E però iniziò quel forte irrigidimento da parte delle autorità civili e delle gerarchie cattoliche; queste ultime affidarono la "persecuzione" alla "Suprema Inquisizione di Castiglia e di Aragona" per conseguire la "purezza della fede" in tutti i domini di Spagna, quindi compresa la Sicilia.
Se nella nascente Kuntisa era possibile trovare tolleranza ed ospitalità per i "marrani", in più parti dell'Europa -sempre all'alba di Kuntisa- stava pure per avviarsi un ulteriore e non meno violento fronte di contrasti religiosi: La "riforma protestante".
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