Detti e fatti
(Ansa): Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha respinto le dimissioni del premier Mario Draghi e ha invitato il Presidente del Consiglio a presentarsi al Parlamento. Mercoledì Draghi riferirà alle Camere.
In ambienti del M5s circola l'ipotesi del ritiro dei ministri del Movimento prima di mercoledì, uno scenario che secondo fonti parlamentari sarebbe fra quelli sul tavolo dei confronti interni in corso.
Questa soluzione, a quanto si apprende, è stata discussa anche nel consiglio nazionale di ieri. "Il consiglio nazionale si riunirà di nuovo oggi e faremo le nostre valutazioni", ha risposto la capogruppo al Senato, Mariolina Castellone.
In mattinata c'è stato un confronto tra Giuseppe Conte e la delegazione del M5s al governo sulla complessità della situazione. Lo fanno sapere fonti del M5s, spiegando che il confronto ha ribadito l'unità e la compattezza del Movimento. Rispetto ad alcune ricostruzioni apparse sugli organi di stampa, viene aggiunto, si smentisce che il presidente Conte abbia chiesto le dimissioni dei ministri.
IL DISSENSO IN M5S - Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà ha esplicitato il proprio dissenso verso la linea dura emersa nel partito. D'Incà avrebbe chiarito di non condividere la posizione di chi nel Movimento vorrebbe il ritiro dei ministri e, quindi, il tramonto definitivo anche dell'ipotesi di un nuovo sostegno al premier Mario Draghi. Un dissenso, avrebbe spiegato, dovuto alla preoccupazione per il Paese, per le sorti del Pnrr e per le conseguenze europee.
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Giuseppe Conte, leader M5S
«Ci siamo confrontati, abbiamo preso atto delle dimissioni di Draghi e ci confronteremo domani».
Luigi Di Maio, ministro degli esteri
«Mi piange il cuore vedere che dall'altra parte del mondo, a Mosca, in un'autocrazia, ci sia Medvedev che festeggia perché una della più potenti democrazie del mondo, l'Italia, è stata indebolita a tal punto che di là festeggiano e di qua noi facciamo le riflessioni su che cosa succede domani».
"Il M5s non c'è più, ora si chiama il partito di Conte. È un partito padronale che ha deciso di anteporre le proprie bandierine alla sicurezza e all'unità nazionale"
Giorgia Meloni, leader FdI
«Responsabilità? Olanda, Germania, Portogallo e Francia sono solo alcune delle Nazioni dove nell’ultimo anno, tra pandemia e guerra, si è regolarmente espressa la volontà popolare . Solo qui non si può mai votare. Non veniteci a parlare di responsabilità, la vostra è solo paura del giudizio degli italiani. Elezioni subito».
Matteo Renzi, leader Iv
«Ciò che è successo in queste ore fa male al Paese. Il Movimento 5 Stelle si conferma per quello che è sempre stato: un danno per la credibilità delle istituzioni, un disastro per la vita dei cittadini italiani. Costringere Draghi a dimettersi è l'ultima infamia». «Ed è una infamia che ci indebolisce anche in politica estera: su certi temi Draghi è uno statista, Conte uno stagista».
Antonio Tajani, Coordinatore FI
«Gli italiani sperano che Mario Draghi ci ripensi». «Nemmeno noi abbiamo paura delle elezioni. Però se siamo responsabili e verifichiamo se è possibile avere di nuovo Mario Draghi alla presidenza del Consiglio, magari con una maggioranza diversa, per affrontare i problemi degli italiani e se non ci si riesce allora si va al voto. Ma non sono possibili nemmeno ricatti, come anche dire che il governo si può fare solo con M5s. Un governo può vivere altri 9 mesi sotto il ricatto di M5s?».
Enrico Letta, leader Pd
«Ora ci sono cinque giorni per lavorare affinché il Parlamento confermi la fiducia al Governo Draghi e l’Italia esca il più rapidamente possibile dal drammatico #avvitamento nel quale sta entrando in queste ore».
Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei,
«Guardiamo con grande preoccupazione alla situazione politica che si sta determinando e che rischia di sovrapporsi ad una fase di crisi più generale che sta già incidendo in modo pesante sulla vita delle persone e delle famiglie».
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