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domenica 17 luglio 2022

Alle radici del Cristianesimo


Appunti e riflessioni ripresi dalla bozza predisposta 
 

dalla Commissione intereparchiale in vista del Sinodo (2003)


Le attese di Dio

22. La piena comunione ecclesiale

La Chiesa di Cristo è una e unica. Nella nostra professione di fede del simbolo niceno-costantinopolitano diciamo: "Crediamo nella Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica". La Chiesa è una comunione di fede vissuta in una gran varietà di tradizioni teologiche, spirituali, disciplinari. "Sono in piena comunione con la Chiesa cattolica su questa terra quei battezzati che nella sua compagine visibile sono congiunti a Cristo con i vincoli della professione di fede. dei sacramenti e del governo ecclesiastico" (CCEO, can. 8). La Chiesa di Cristo è estesa sulla terra tra i vari popoli, e si esprime in lingue e tradizioni diverse nello scopo di incarnare il messaggio evangelico di salvezza dappertutto. Essa può essere identificata in ogni situazione. "La Chiesa, costituita e ordinata come società in questo mondo, sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui" (CCEO can. 7, par. 2; cfr. LG, 8). Tutti i fedeli cattolici sono in piena comunione di fede e di vita , nonostante la legittima diversità liturgica fra le Chiese di Oriente e di Occidente e la specifica  regolamentazione disciplinare espressa dai due codici di diritto canonico, uno per la Chiesa latina e l'altro per le Chiese orientali.

23. La comunione parziale

Le divisioni parziali tra cristiani che si sono manifestate nel corso della storia  hanno creato una pluralità di Chiese e di comunioni ecclesiali che si riferiscono a Cristo e che pensano, ciascuno a modo proprio, di essere la sua vera eredità. Quattro sono le maggiori. La prima si manifestò dopo il concilio di Efeso  (431) quando, in seguito alla controversia nestoriana, si organizzò la Chiesa assira, la seconda dopo il concilio di Calcedonia (451) quando cominciarono a vivere  in modo autonomo e senza più comunione sacramentale con gli altri cristiani la Chiesa copta, La Chiesa sira e la chiesa armena; la terza, più nota, è quella che causò la rottura  di comunione tra Bisanzio e Roma (1054); la quarta  è quella detta della Riforma protestante che ha avuto luogo in occidente fra i cristiani dell'Europa del Nord e Roma. Questa situazione è scandalosa per tutti i cristiani. A causa delle divisioni i cristiani non possono celebrare insieme l'Eucarestia, l'unico sacrificio di Cristo per l'umanità intera. Questa divisione tuttavia non è completa . I muri di divisione non arrivano fino al cielo. Tutti i cristiani venerano la Santissima Trinità e professano Gesù Cristo come Signore e Salvatore.

Il Concilio Vaticano II ha espresso i principi teologici di fondo. Per il presente tema ha  asserito: "Con coloro che, battezzati, sono sì insigniti del nome di cristiani, ma non professano integralmente la fede o non conservano l'unità di comunione sotto il successore di Pietro, la Chiesa sa di essere per più ragioni congiunta" (LG, 15). Queste "ragioni" sono differenziate, per cui la situazione delle relazioni della Chiesa cattolica è differente se si tratta  di rapporti con gli ortodossi o con i protestanti.

24. Relazioni con gli ortodossi

Il Concilio Vaticano II ci ha insegnato che con gli ortodossi abbiamo la stessa fede niceno-costantinopolitana, abbiamo gli stessi sacramenti, rispettiamo i sette concili che, celebrati nel primo millennio,  hanno definito la fede cristiana e determinato le strutture essenziali della Chiesa di Cristo. Condividiamo pure la stessa venerazione verso Maria, Madre di Dio, e verso i santi ai quali chiediamo l'intercessione. Tra cattolici e ortodossi esiste un'ampia comunione, limitata da alcune differenze, che il dialogo è chiamato a risolvere. Con i membri delle Antiche Chiese d'oriente (copta, sira, armena, etiopica) la Chiesa cattolica mantiene contatti bilaterali. Va tenuto presente che il problema cristologico del cosiddetto monofisismo è stato di recente risolto  (cfr. Ut unum Sint, nn. 62-63).

Il Concilio Vaticano II ha affermato che le Chiese ortodosse e le Chiese Antiche d'oriente, pur non essendo in piena comunione con la Chiesa cattolica "hanno veri sacramenti e soprattutto, in virtù della successione apostolica, il sacerdozio e l'eucarestia, per mezzo dei quali restano ancora uniti a noi da strettissimi vincoli" (UR 15). E ha aggiunto "Per mezzo della celebrazione dell'Eucarestia del Signore in queste singole Chiese la Chiesa di Dio è edificata e cresce" (ibidem). Il Concilio ne trasse le conseguenze che "una certa partecipazione alle cose sacre, presentandosi opportune circostanze e con l'approvazione dell'autorità ecclesiastica , non solo è possibile, ma anche consigliabile" (ibidem)  Il "Direttorio per l'applicazione dei principi e delle norme sull'ecumenismo" ne ha tracciato una esplicazione pastorale dettagliata , tanto per la partecipazione dei cattolici a sacramenti nella chiesa ortodossa, quanto viceversa  per la partecipazione degli ortodossi a sacramenti nella Chiesa cattolica. Nella sezione dell'ecumenismo vengono esplicitate le norme. Poichè la comunione tra cattolici ed ortodossi non è piena, benché sia grande, non è ancora possibile la concelebrazione eucaristica. 

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Il Male

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La pensava così ...

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Il male è sempre assenza di un qualche bene che dovrebbe essere presente in un dato essere, è una privazione. Ma non è mai totale assenza di bene. Il modo in cui il male cresce e si sviluppa sul  terreno sano del bene costituisce un mistero.   Mistero è anche quella parte di bene che il male non è riuscito a distruggere e che si propaga nonostante il male, avanzando anzi sullo stesso terreno....

La storia dell'umanità è il "teatro" della coesistenza del bene e del male.

Giovanni Paolo II

264º papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma

1920 - 2005

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