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BEATIFICATIONIS ET CANONIZATIONIS
SERVI DEI
GEORGII GUZZETTA
SACERDOTIS CONFOEDERATIONIS
ORATORII SANCTI PHILIPPI NERI
(1682-1756)
DECRETO SULLE VIRTÙ
«Dall’oriente e dall’occidente celebrate il Signore perché è buono,
perché eterna è la sua misericordia» (Salmo 107, 1-3).
Insigne per l’esercizio delle virtù e per un coraggioso spirito ecumenico che ha portato, Padre Giorgio Guzzetta, ai primi tentativi di riconciliazione tra la Chiesa di tradizione latina e quella di tradizione greca; il Servo di Dio ha precorso i tempi di quell’ecumenismo che oggi conosciamo e che ha avuto il suo slancio con il Concilio Vaticano II. Il tutto senza mancare ad una vita di estrema adesione al Vangelo e ad una vera e propria imitatio Christi anche visibile esteriormente. La sua figura e le sue opere hanno evidenziato il grande contributo di idee per mezzo delle quali si è sviluppato il processo di costruzione di identità che ancora oggi conferisce agli Arbëreshë (gli italo-albanesi) un’immagine nitida della loro singolare e straordinaria presenza plurisecolare in Italia.
Il Servo di Dio nacque a Piana dei Greci, attuale Piana degli Albanesi (PA), il 23 aprile 1682 da una famiglia di povere condizioni economiche ed entrò da giovane nel seminario dell’arcidiocesi di Monreale da cui dipendevano ecclesiasticamente quelle colonie di Albanesi che, nel corso del XV-XVI secolo, si erano rifugiate in Sicilia.
Di intelligenza vivacissima, dopo aver compiuto gli studi di lettere presso la scuola dei Gesuiti di Trapani, si addottorò in Teologia nel fiorente seminario, suscitando l’ammirazione dell’arcivescovo Cardinale Francesco Del Giudice, che lo volle nella sua corte come traduttore di greco classico. La prospettiva di una brillante carriera e la proposta di accompagnare il cardinale in Spagna, non distolsero il chierico dalla chiamata ad una vita sacerdotale vissuta nella semplicità e nella piena dedizione apostolica.
Ventiquattrenne chiese di entrare nella Congregazione dell’Oratorio di Palermo, accettando di passare al rito latino; vi fu accolto nel dicembre 1706. L’anno seguente poté essere ordinato sacerdote con la dote lasciata in amministrazione ai Padri dell’Oratorio dall’abate Girolamo Prenestino.
La sua scelta, convinta e generosa, non fu immune, nei primi anni, da tormenti: lo inquietavano fantasmi di fallimento, impressione di aver sbagliato e di non poter giovare a nessuno. Una seconda “conversione” attendeva il giovane sacerdote: rinunciare a se stesso fino in fondo, anche ai suoi progetti di bene, per fidarsi unicamente di Dio.
Uscito dal deserto faticoso, gli si spalancarono gli orizzonti della predicazione e del ministero delle Confessioni, nei quali la sua maturazione spirituale e la costante unione con Dio nella preghiera diedero frutti copiosi, fecondati dalla grazia divina che aveva concesso a Padre Giorgio anche il dono della chiaroveggenza nella direzione delle coscienze ed una paternità tenerissima e forte.
Nel 1716 poté pensare di aiutare apostolicamente la sua terra: nacque per sua iniziativa l’Oratorio di Piana, con sacerdoti celibi di rito greco che si dedicavano, in uno stile di ammirevole povertà, quale era quello di quel popolo, ad istruire ed educare la gioventù. Nel 1734 poté raggiungere la meta di un desiderio coltivato nel cuore fin dagli anni della adolescenza: quello di un seminario greco-albanese in cui i futuri preti, fino ad allora costretti a frequentare i seminari latini della Sicilia, potessero essere istruiti nelle tradizioni liturgiche bizantine.
Il Seminario fu fondato in Palermo: i Gesuiti vi davano lezioni, e gli Oratoriani curavano la parte spirituale; i frutti furono notevoli e l’istituzione giunse fino alla nostra epoca con la formazione non solo del clero ma anche della gioventù siculo-albanese.
Nell’intento di Padre Guzzetta non vi era solo il servizio alle comunità italo-albanesi ma la proiezione missionaria dei Balcani e del Vicino Oriente di tradizione bizantina sia cattolica sia ortodossa, che lo rese operaio dell’Unità dei Cristiani. Con tutti i mezzi si adoperò affinché le colonie italo-albanesi di tradizione bizantina avessero una organizzazione ecclesiastica propria. Non vide Padre Guzzetta l’Eparchia di Piana degli Albanesi, che sarà eretta solo nel 1937, ma intanto, a cinquant’anni dalla sua morte, la Santa Sede istituiva permanentemente un vescovo ordinante di rito greco per la Sicilia.
La sua fisionomia spirituale si inserisce nella scuola di san Filippo Neri, san Francesco di Sales e di sant’Ignazio di Loyola, vigenti all’epoca nel seminario di Monreale dove egli si formò; come pure ebbe modo di frequentare nella sua permanenza nel collegio gesuitico di Trapani e nell’Oratorio presso la Madonna dell’Orto a Monreale. Dal punto di vista della pastorale, quella del Servo di Dio si caratterizzò per le missioni popolari e per le scuole di catechismo.
Uomo di ampia cultura e di notevole esperienza pedagogica, Padre Guzzetta comprendeva l’importanza della formazione. Per questo caldeggiava anche l’istituzione di un ramo Orientale della Compagnia di Gesù che avrebbe potuto dedicarsi alla formazione di Collegi nel Vicino Oriente e tra le comunità orientali allora presenti nei domini greci della Repubblica Veneta, come pure tra quelle comunità cristiane d’Oriente che egli sapeva non essersi mai separate da Roma, ma solo allontanate per la mancanza di comunicazione e la necessità di appoggiarsi alle Chiese separate dell’Impero Ottomano.
Provato da una lunga malattia che lo rese cieco e dalla fatica degli anni, Padre Giorgio si spense il 21 novembre del 1756. Le sue spoglie incorrotte rimasero nella Chiesa oratoriana dell’Olivella a Palermo, fino al 1954, quando vennero traslate nella Cattedrale dell’Eparchia in Piana degli Albanesi.
Dopo la morte del Servo di Dio, la memoria e la sua devozione si mantennero sempre vive e furono molte le iniziative per avviare la Causa, ma la svolta si ebbe a partire dall’8 luglio 2016, giorno dell’apertura dell’Inchiesta Eparchiale che si concluderà il 25 novembre 2017. La Congregazione delle Cause dei Santi emise il Decreto di Validità Giuridica il 21 settembre 2018. La Positio sulla vita, le virtù e la fama di santità venne sottoposta all’esame dei Consultori storici il 12 gennaio 2021. Si è quindi discusso, secondo le procedure, se il Servo di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù cristiane; il 15 giugno 2021 i Consultori Teologi hanno espresso parere favorevole. I Padri Cardinali e Vescovi, nella Sessione Ordinaria del 9 novembre dello stesso anno hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.
Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici FRANCISCO per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudine, iisque adnexis, in gradu heroico, Servi Dei Georgii Guzzetta, Sacerdotis Confoederationis Oratorii Sancti Philippi Neri, in casu et ad effectum de quo agitur.
Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.
Datum Romae, die 21 mensis novembri, a. D. 2021.
Marcellus Card. SEMERARO
Praefectus
+ Fabius Fabene Archiepiscopus tit. Faliscodunensis
a Secretis
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