Generalmente era sempre presente un ampio spazio centrale (corte o cortile) su cui si affacciavano gli ingressi dei vari edifici di residenza e/o lavoro ed un muro alto e fortificato. L'intero complesso di edifici rurali comprendeva l'appartamento del “padrone”, del latifondista, e prima ancora dei rappresentanti del baronaggio. Sull'ampio cortile si affacciavano anche gli alloggi dei campieri e dei capi-contadini, mentre su dei cortili secondari insistevano le stalle, i depositi per foraggi e per i raccolti ed i ricoveri dei contadini.
Una grande porta d’ingresso sbarrata da un robusto portone permetteva l’accesso al grande cortile. In genere, una parte dell’edificio a scopo abitativo aveva uno o più piani alti nei quali abitava nel periodo estivo il padrone e la sua famiglia.
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Il suprastanti non si muoveva nei vasti latifondi sotto il suo dominio da solo; era sempre accompagnato dai suoi "colonnelli", ossia dai campieri: gente a cavallo e ben armata. Frequentemente, per non scrivere "sempre", nella figura del "campiere" si impersonavano veri e propri banditi, gente lesta di mano e di coltello, oltre che di carabina.
Per adesso ci fermiamo qui; siamo alle linee generali della realtà "latifondista".
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