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domenica 7 febbraio 2021

Alle radici del Cristianesimo

 Una domanda rivolta all'Arcivescovo Vincenzo Paglia,  consigliere spirituale della Comunità di Sant'Egidio e presidente della Federazione Biblica cattolica internazionale, dal giornalista e scrittore Saverio Gaeta.

Domanda

Ragione e Fede si sono a lungo intrecciate e combattute, nel corso dei secoli, a riguardo del significato della parola "Dio" e dell'esistenza del "motore primo" di tutto il creato. Decine di teologi e di scienziati si sono sforzati nel tentativo di ideare prove inconfutabili, ma senza risultati significativi. E' dunque vero che il Dio cattolico è un Dio "nascosto", che si offre con gratuità a ogni uomo,senza mai forzarne la libertà?

Risposta:

Un amico mi diceva: "La ragione mi vieta di credere in Dio, e se me lo vieta, non ho scelta". Queste parole -dette anche onestamente- si inseriscono nel filone del pensiero ateo-occidentale,il quale paradossalmentemaffonda le sue radici nella tradizione ebraico-cristiana. Potremmo anzi dire che il fenomeno dell'ateismo contemporaneo è tutto interno al mondo ebraico-cristiano.

Lo si potrebbe persino definire un fenomeno post-cristiano, in quanto critica (in modo esplicito o implicito) la religione cristiana e afferma valori che con essa sono in conflitto.C'è stato anche chi ha inteso l'ateismo come un fenomeno che ha mancato in profondità la vicenda storica dello stesso cristianesimo. Il Vaticano II invitò i cristiani a riflettere sulla loro responsabilità nella genesi dell'ateismo (Gaudium et spes n. 19). Comunque, i problemi posti dall'ateismo sono seri e complessi, e interpellano ogni credente, sia per l'autenticità della sua fede sia per l'alterità al mondo che la fede cristiana rappresenta.

E' vero che il Dio della fede non lo si conquista con la ragione, sebbene la ragione conduca all'esistenza di Dio, come mostra la storia del pensiero umano. Tuttavia, il Dio della fede sarà sempre "nascosto" alla ragione, com'è, per certi versi, nascosto anche al credente. Ma se la fede ha le sue buone ragioni, e le ha in modo ancor più stringenti da quelle portate da chi nega l'esistenza di Dio, non è però obbligante dal punto di vista razionale. La fede resta sempre una scelta, anzi un rischio, sebbene ben riposto. Non è l'uomo che si alza sino a Dio con la sua ragione, ma il contrario. Dio si abbassa sino all'uomo per dirgli il suo amore. E questo è del tutto fuori del piano della ragione umana. Ma non è contro di essa. Ancora una volta è chiesto all'uomo di riscoprire la sua povertà e il suo limite, e si accorgerà di Dio che gli viene incontro. Chi è pieno di sé  difficilmente riesce a guardare oltre se stesso. Ecco perchè Gesù, al capitolo 11 del Vangelo di Matteo, ringrazia il Padre che ha tenuto nascosto ai sapienti e ai dotti il suo mistero e lo ha rivelato ai piccoli.

...

L'atto di fede coinvolge, oltre il piano della ragione, tutto il complesso di quelle decisioni che l'uomo prende per la vita e che richiedono la partecipazione dell'intera persona, come accade per esempio in un'amicizia forte o, ancor più chiaramente, nell'innamoramento. Prendendo l'innamoramento come esempio si potrebbe dire: la ragione mi fa pensare che non è assurdo innamorarsi di una certa persona, ma non per farmela scegliere come compagna della vita. Per innamorarsi ci vuole altro, appunto l'amore. Questo "altro" nel campo religioso è ciò che chiamiamo "fede".

In tale contesto la differenza tra la ragione e la fede è chiarita bene dalla Lettera di Giacomo: "Tu credi che c'è un Dio solo ? Fai bene; anche i demoni lo credono e tremano!" (Giacomo 2, 19). Non possiamo certo dire che il diavolo, poichè sa che Dio esiste, sia un buon cristiano. Il problema della fede non si risolve nel dire che Dio esiste, ma nello scieglierlo come colui al quale posso affidare tutta la mia vita. In questo rapporto di affidamento totale consiste la fede. Ed è una dimensione viva che può crescere -o anche diminuire-  come avviene nelle relazioni di amore tra gli uomini.

La fede pertanto deve essere custodita, coltivata, arricchita, alimentata. Se due persone non si parlano più, anche se in passato sono state innamorate, facilmente sfaldano il loro rapporto. Analogamente, se non si prega,  se non si ascoltano le Scritture, se non ci si affida al Signore, la fede diminuisce sino a scomparire. Fu la triste vicenda di Pietro, che però ritrovò la salvezza affidandosi a Gesù; tragica invece fu la vicenda di Giuda che non si abbandonò al perdono di Gesù.

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