I Peralta
==Dopo lo sbarco aragonese in Sicilia, il Peralta ha esercitato l’ufficio di Cancelliere del Regno, come risulta da vari documenti emanati «per nobilem Guillelmum de Peralta comitem Sclafani, terre Alcami dominum, Regni Sicilie cancellarium».
L’ufficio di Cancelliere comportava la riscossione di tre quarti del diritto di sigillo dell'intero Regno.
Negli archivi siciliani risulta che nel gennaio 1388 Guglielmo Peralta conte di Caltabellotta - nella veste di "cancelliere del Regno" mediante un suo inviato- ha spedito al pontefice Urbano VI mille fiorini d’oro quale parte del censo dovuto per il Regno di Trinacria (*).
L'immagine riguarda il palazzo Peralta in Burgio.
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(*) La Sicilia, benché parte di un regno considerato feudo della Chiesa di Roma, ha visto molteplici ingerenza dei suoi governanti negli affari prettamente ecclesiastici, giustificati con un privilegio pontificio del 1098, il quale attribuiva al re i poteri di legato apostolico. Con questo legato i pontefici attribuendo ai Normanni vasti poteri ecclesiastici ottennero da questi in cambio il passaggio di giurisdizione dell'Isola da Costantinopoli a Roma.
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