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giovedì 18 febbraio 2021

Recovery Plan. In Sicilia mancano le voci dei partiti, o forse sono i partiti a mancare

 Il neo premier Mario Draghi con la Sicilia, nella sua relazione alle Camere non è stato molto prodigo di parole. Riteniamo tuttavia che le vere intenzioni del governo per il Sud si vedranno nelle prossime settimane quando -finalmente- qualcuno metterà mano al Recovery Plan. Questo fondamentale strumento potrà essere formulato come un lungo "elenco della spesa" oppure, come ci auguriamo, come alcuni veri investimenti che sappiano stimolare -generare- ulteriori investimenti.

Per il governo regionale l'elenco prevede: a) un qualsiasi collegamento stabile nello stretto di Messina, b) il completamento del cerchio autostradale da Mazara a Gela, c) un porto hub per i traffici del Mediterraneo, d) la velocizzazione delle ferrovie e il loro raddoppio, e) la messa in sicurezza del territorio, soprattutto dal rischio sismico.

Vedremo cosa proporranno i partiti di opposizione della Regione Sicilia, ammesso che esprimano qualcosa col Pd regionale che da anni qui da noi non ha voce e col M5S che è frantumato in più gruppi.

Sappiamo bene che il Recovery Plan, a guida Draghi, più che strumento in mano alle regioni, ai partiti o ai sindacati e alle lobby sarà uno strumento in mano alle Università e ai Centri Studi. Speriamo bene; si tratta di una opportunità per le generazioni che verranno.

Nessuno si stupirà se la classe politica regionale perderà l'ennesima opportunità. Sarà la riconferma che non esiste qui una "classe politica" ma vari aggregati clientelari, specializzati nello sperpero del denaro pubblico. Non ci stupiremmo, purtroppo !

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