Il tema del perdono è sottolineato dal passo del Vangelo di Matteo che nel rito bizantino si legge nella Divina Liturgia della domenica prima di Quaresima, dove Gesù dice:
"se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe (Mt 6,14-15)".
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Una domanda rivolta all'Arcivescovo Vincenzo Paglia, consigliere spirituale della Comunità di Sant'Egidio e presidente della Federazione Biblica cattolica internazionale, dal giornalista e scrittore Saverio Gaeta.
Domanda: Unitamente all'espressione di fede nel Creatore, i cattolici affermano durante la Messa di credere "in Gesù Cristo, unigenito figlio di Dio", tanto che proprio dal suo nome ha tratto origine la parola cristianesimo. E allora, andiamo al cuore della questione. chi è questo uomo nato duemila anni fa dal grembo di Maria? In che consiste l'attualità del suo messaggio?
Risposta: E' il punto centrale della fede cristiana: quel bambino, che circa duemila anni fa è nato da Maria, è l'Emmanuele, il "Dio con noi", colui che libera il mondo dal peccato e che salva i credenti dalla morte eterna. E il mistero è esattamente questo: Dio non è venuto come un potente di questo mondo, protetto da eserciti e ben fornito di ricchezze, ma come un neonato, nudo e privo di tutto. E' venuto come un uomo che si commuove per le folle stanche e abbandonate come pecore senza pastore; come uno che si ferma dinanzi ad una vedova che accompagna il figlio morto e glielo ridona in vita; come uno che piange l'amico morto; come uno che, pur di restarci accanto, si fa pane affinchè possiamo nutrirci di lui; come uno che accetta la croce per mostrarci fin dove giunge il suo amore per noi.
Scorrendo le pagine evangeliche, e vedendo Gesù amare gli uomini senza porsi alcun limite, ci sentiamo scaldare il cuore nel petto fino a riconoscerci nel grido del centurione pagano, sotto la croce: "Vistolo spirare in quel modo, disse: veramente quest'uomo era Figlio di Dio" (Marco 15,39). E' il mistero che dobbiamo riconoscere, accogliere e proclamare a tutti. Questo nostro mondo, dove il sangue degli innoccenti continua a scorrere, dove si moltiplicano le guerre e dove l'egoismo sembra crescere senza soista, ha bisogno di Gesù, di qualcosa che finalmente dica: "Via amo finoi alla fine". Non è un caso che sotrto la croce tutti, i sacerdoti e la folla, i soldati e il ladrone, glki gridino "Salva te stesso e ti crederemo!". E' il grido che continua a risuonare ovunque anche oggi: "Pensa a te stesso e ti salverai!".
Gesù rifiutò di pensare a se stesso anche sulla croce, perchè aveva sempre vissuto per gli altri. Come poteva quindi rinnegare la sua missione? Del resto spesso aveva ripetuto: Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito ma per servire e dare la sua vita in riscatto di molti". Gesù ha amato glki uomini fino all'ultima goccia di sangue; si è svuotato d'amore. E noi? Forse, proprio questa è la grande domanda che ciascuno deve porsi ogni qualvolta apre il Vangelo. Di fronte a un Dio come questo, noi cosa facciamo? Dobbiamo tutti abbassare la guardia dell'egocentrismo perchè un tale amore tocchi il cuore. Se ci apriremo all'amore, salveremo la nostra vita e aiuteremo a cambiare il mondo.
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