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lunedì 15 febbraio 2021

Contessa Entellina. Ricordi di ieri e spopolamento fuori attenzione delle autorità

 La Chiesa bizantina da oggi inizia le riflessioni liturgiche della Quaresima, che nei decenni passati voleva essere un cammino di ritorno a Dio, di pentimento rispetto alle continue violazioni dell'uomo degli obblighi cristiani rispetto al proprio vicino.

Decenni fa, nella Chiesa Madre con la Quaresima arrivava un frate francescano che avviava sera dopo sera delle predicazioni in una chiesa stracolma di gente; la gente che non trovava posto nei soliti banchi della navata centrale restava assiepata in piedi nelle navate laterali. Se qualcuno desiderava ottenere una sedia per seguire i riti e la predica del francescano doveva pagare lire 5,oo alle suore basiliane (Suor Giuliana o Suor Faustina) che fornivano, per la fruizione della serata, una sedia. Eravamo allora sul finire degli anni cinquanta del Novecento; di lì a poco sarebbe iniziata l'emigrazione di massa. A svuotarsi negli anni successivi non furono solamente le navate laterali della Chiesa Madre, in buona parte pure quella centrale cominciò a mostrare banchi vuoti e via via l'intero centro abitato iniziò a mostrare vuoti e case disabitate. Prescindiamo dal ricordare la fase successiva al terremoto del '68 di cui frequentemente abbiamo fornito dati e situazioni e che segnò per alcuni anni il blocco del deflusso migratorio. Oggi Contessa è un deserto fra i tanti deserti dell'interno della Sicilia.

La politica che nei primi decenni post-guerra era stata anima partecipata sin dai bambini delle elementari fino agli anziani pensionati, i quali ultimi animavano gli oltre dieci circoli cittadini, non esiste più nel nostro disabitato centro; peraltro, ove qualcuno prova a rispolverarla immediatamente spuntano situazioni che confondono la politica con l'ordinaria gestione di un condominio cittadino o peggio come una opportunità per evidenziare carenze altrui.

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