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mercoledì 10 febbraio 2021

Contessa Entellina. La Storia precedente gli arbëreshë (4)

 Nel corso delle ricerca relativa al territorio su cui sorge l'attuale Contessa Entellina, prima dell'arrivo degli arbëreshe, ci siamo imbattuti su questa cartina qui a fianco che piglia spunto dai lavori di ricerca di Michele Amari e successivamente aggiornata da altri autori più vicini ai nostri giorni. 

In realtà Amari aveva ricostruito nei suoi libri la Sicilia bizantina che a suo giudizio, negli assetti urbani, non subì modifiche dalla successiva presenza araba. I mussulmani infatti si insediarono nelle città ed i loro contadini -fatti arrivare dall'Africa- si sparsero invece nelle campagne, in vari "casali", abitazioni familiari, che ospitavano uno o due nuclei familiari con una o massimo dieci/quindici individui.

La conquista mussulmana dell'isola iniziò con lo sbarco a Mazara dell'827 e con la resa finale -del 902- della città di Rometta. C'è da dire che l'Isola non finì mai completamente in mani arabe. L'area dei Nebrodi -nel messinese- rimase infatti integralmente autonoma e continuò ad intrattenere regolari relazioni con la capitale dell'Impero Romano d'Oriente, Costantinopoli. Quando nel XV-XVI secolo gli arbëreshe da Messina (che fungeva da sede del Vice-re aragonese di Sicilia) furono avviati nei domini dei Cardona si imbatterono nel percorso, lungo la costa settentrionale siciliana, in località e popolazioni di lingua greca e di religiosità cristiano-bizantina. Proprio famiglie stanziate nei Nebrodi, pure esse di tradizione religiosa greco-bizantina, saranno poste dai Cardona alla guida e al governo amministrativo della popolazione arbëreshe, inizialmente fatte guidare e poi situare nell'area di Calatamauro, sede della signoria feudale -nell'area belicina- dei Cardona. Ma di questo aspetto della vicenda contessiota ne tratterremo in seguito.

Restando alla descrizioni di Amari, la Sicilia bizantina e quella araba fu una terra con città (quelle indicate sulla cartina), cinte di mura e con insediamenti fortificati. Gli arabi infatti non combatterono contro le popolazioni siciliane/bizantine in campi aperti ma mediante assedi/capitolazioni ed espugnazioni.

Per il momento ci interessa riaffermare, con la cartina di Amari, che l'intero triangolo occidentale dell'Isola, sia in periodo bizantino che mussulmano, fu un'area piuttosto carente di centri abitati, Ci interessa inoltre riaffermare che i casali furono semplici casupole, raramente in pietra o muratura, che ospitarono una o due famiglie (10-15 persone), i cui abitanti, nelle carte ufficiali dell'epoca, vengono definiti "villani", perchè privi di diritti e di identità in quanto discendenti dai precedenti dominatori saraceni. Costoro, comunque, già ai primi del 1300 avevano abbandonato i "casali" e grazie all'estinzione dello status servile si erano già confusi all'interno delle popolazioni e località fortificate dei cristiani,

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