Chi detiene qualsiasi forma di potere, civile o politico, per definizione può svolgere due facce di uno stesso esercizio: può aiutare chi resta indietro, può contribuire alla crescita civile della società indipendentemente dai colori politici esistenti al suo interno e puo' porre attenzione alle buone iniziative che possono venire anche dagli stessi avversari ed oppositori oppure di contro può darsi da fare per creare problemi e difficoltà a chi egli ritiene nemico, a chi persegue una strada ed una visione diversa nell'affrontare le cose del mondo e della comunità locale o nazionale.
È facile pensare a come si comportano i vari Erdogan, Putin e Al-Sisi. Ma la riflessione più potente circa l'esercizio del potere è sicuramente quella dei cittadini che si autoconferiscono la dignità di protagonisti nei contesti e nei paesi in cui la dignità viene calpestata da chi occupa i vertici delle istituzioni. Come non pensare alla Biellorussia, all'Egitto e ad altri paesi dove domina la repressione.
Pensandoci bene pure fra noi, nella nostra Italia, sia pure con forme ovviamente meno eclatanti, chi detiene una piccola porzione di autorità invece di far sprigionare energie positive sia dagli alleati che dai classificati avversari si adopera perché si spengano azioni e punti di vista non coincidenti alle proprie influenze di presunto potere.
Nostra convinzione è, e resta, che quando una "autorità" invece di agire "per" si adopera per agire "contro" le espressioni di liberta' e di autonomia dei corpi sociali diffusi nella società, la migliore risposta al potere, e al presunto potere, è di agire "insieme". Agire insieme significa che gli amanti della libertà, da disorganizzati che generalmente operano, devono sapersi organizzare. Proprio come fanno gli amanti della libertà in Biellorussia. Così Michela Murgia sviluppa l'idea di collaborazione di tutte le minoranze umiliate dal Potere o dal presunto potere.
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