Il Medioevo sui libri di Storia ci viene sempre rappresentato come un periodo di decadenza non tanto sotto il profilo socio-economico quanto su quello culturale.
Fu veramente così? Sappiamo che fu un'epoca in cui prosperarono i menestrelli itineranti e soprattutto le dissertazioni filosofiche. Ci furono molte, troppe visioni mistiche e altrettante dotte dissertazioni sul pensiero religioso. Il tutto avveniva in un sottofondo di arcane melodie e di senso del mistero. Canti e musiche spingevano all'ascolto e alla meditazione. Le trame della vita si combattevano quasi inevitabilmente nei simboli e nei significati trascendenti.
Era un contesto quello che per la mentalità di noi contemporanei del Terzo Millennio appare e ci viene presentato come una ideale provocazione. Oggi stiamo vivendo i primi decenni del terzo millennio da semplici spettatori di una società dominata dal potere mediatico e dal culto dell'immagine; siamo spinti ad ammettere il valore assoluto di un'arte scarna ed essenziale peraltro attraversata da continue tensioni drammatiche. Tecnica e scienza ci forniscono binari ma non ci indicano mete.
Siamo certi che culturalmente e valorialmente abbiamo fatto passi in avanti?
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