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sabato 5 marzo 2022

Europa . Dopo le stragi nella ex Jugoslavia, adesso pure quelle in Ucraina

Breve estratto dalla presentazione di Erri De Luca,

ad un libretto di poesie civili del poeta Izet Sarajlic

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Lo smembramento della ex Jugoslavia e quello dell'ex Unione Sovietica lasciano stragi di uomini. 

Nel primo caso immediate allo smembramento e nel secondo piuttosto tardive.



Dalla Bosnia all'Ucraina.
Le pesanti eredità della divisioni in
due blocchi del dopo seconda guerra
mondiale.

 "Chi ha fatto il turno di notte per impedire l'arresto del cuore del mondo"? Noi, i poeti. Nell'assedio più lungo del 1900, nella Sarajevo degli anni Novanta, i cittadini andavano alle serate di poesia nel buio di una città senza corrente elettrica. Sperimentavano che in una guerra solo i versi sono capaci di correggere a forza di sillabe miracolose il tempo sincopato dei singhiozzi, il ragtime delle granate, l'occhio di un mirino addosso. I versi portano la responsabilità della parola ammutolita. I poeti leggevano o dicevano a memoria il loro canto da una città assediata. Agli italiani che lo raggiungevano nell'accerchiamento Sarajlic dava il "Benvenuto nel più grande carcere d'Europa". I poeti facevano il turno di notte in Sarajevo per impedire l'arresto  del cuore del mondo.

 La biblioteca, manufatto magnifico dell'arte islamica in Europa, era in frantumi e in cenere. L'artiglieria degli assedianti centrava, monumenti, cimiteri, moschee, per cancellare dal suolo ombra e radice della parte avversa. Le parole erano emigrate dai libri bombardati, giravano alla cieca le pagini invisibili, mentre dalle colline si accendevano le fiammelle degli spari dei cecchini. I poeti facevano il turno di notte.

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Erri De Lica

Scrittore, giornalista, poeta e traduttore italiano.

20 maggio 1950

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