1940
Stalin e altri membri del politburo sovietico firmano l’ordine per l’esecuzione di 25.700 polacchi, tra cui 14.700 prigionieri di guerra. L’episodio è noto come il Massacro di Katyn’.
Gli sventurati erano stati freddati con un preciso colpo alla nuca e gettati in diverse fosse comuni, un'intera generazione di ufficiali, appartenenti alla borghesia e all'intellighenzia polacca.
Per più di cinquant'anni quest'eccidio è rimasto avvolto nel mistero e nella menzogna. A chi apparteneva la regìa di questo crimine? A quale delle due dittature che si erano gettate di comune accordo sulle spoglie della Polonia, spettava la responsabilità di quanto accaduto alla Germania Nazista o alla Russia comunista?
La versione dei tedeschi non fu accettata, gli alleati non vollero credere alla responsabilità russa.
L'apertura degli archivi sovietici dopo il crollo del regime, ha permesso di togliere il velo della menzogna alla verità di Katyn. Già negli ultimi mesi di glasnost gorbacioviana questa verità appariva sempre più difficile da nascondere. Con l'avvento al potere di Eltsin, e la denuncia del PCUS come organizzazione criminale, finalmente è emersa una documentazione agghiacciante dalla quale si può comprendere, in più larga scala, gli stessi meccanismi criminali di un sistema totalitario.
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