Le concezioni della
Storia: il progresso
L'artista, chi è?
E' scontato che il principale canale di diffusione culturale è il "sistema scolastico", ossia il sistema educativo nazionale, dalle elementari all'università e, poi, il sistema editoriale (ossia il sistema di pubblicazione di giornali, riviste e libri). Si tratta di due sistemi che nella Storia italiana, sin dall'Unità del paese, si presentano in forte ritardo e la prova si coglie nel diffusissimo analfabetismo generale ancora ai nostri giorni.
Da un libro di Romano Luperini, Pietro Cataldi e Lidia Marchiani attingiamo i seguenti dati, relativi agli anni sessanta dell'Ottocento:
-- Nord Europa (paesi scandinavi, Gran Bretagna, Olanda e Prussia l'analfabetismo è piuttosto basso: dal 10% della Svezia al 30 dell'Inghilterra;
--Nel Centro Europa (Francia e Impero Austriaco) l'analfabetismo oscilla attorno al 40%;
--Nel Sud Europa (Spagna e Italia) l'analfabetismo oscilla fra il 75% e l'80%.
--Nell'Europa Orientale (Impero Russo) l'analfabetismo raggiunge livelli del 90 e 95%.
Entrando più dettagliatamente nei territori italiani rileviamo, sempre nel 1861: analfabeti in Piemonte, Lombardia e Liguria 54%, in Calabria 86% e in Sicilia 89%: in Sardegna si arriva al 90%.
Il dato nazionale medio di analfabetismo nel 1861 -in Italia- raggiunge il 75% per scendere al 38% nel 1911 (periodo giolittiano), quando uguagliamo la Francia di mezzo secolo prima, ossia del 1860.
Quanto riportato ci fornisce i tanti perchè su quanto accade nell'Italia dei nostri giorni, dove il populismo e l'incompetenza generalizzati la fanno da prime donne nella politica e nella vita civica ad ogni livello. Da noi, in Sicilia avviene che eleggiamo consiglieri comunali, deputati regionali e nazionali che in un quinquennio di carica non riescono mai ad aprire bocca per giustificare i voti che nelle varie assemblee esprimono. E spesso costoro sono quelli che raccolgono maggiori consensi elettorali popolari.
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