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sabato 19 marzo 2022

Flash sulla Storia dell'Umanità (6)

Le concezioni della

Storia: il progresso 

 Nel provare a descrivere il clima culturale di fine Ottocento e inizio Novecento in Italia, ci stiamo dedicando nell'intento di cogliere il significato che alcune figure "siciliane" e non solo esse diedero al termine, alla parola, "Progresso".

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 Milano, al pari di Parigi, ebbe la sua Galleria (dedicata a Vittorio Emanuele II) costruita fra il 1865 e il 1878, dove si ritrovarono all'interno dei caffè e dei negozi lussuosi numerosi intellettuali. Fra questi erano assidui frequentatori i siciliani Verga, Capuana e tanti altri. La Galleria divenne in quel nuovo clima culturale simbolo essa stessa del Progresso.

 Capuana e Verga -ed altre figure della letteratura del tempo-  ebbero l'incarico nel 1881 di celebrare l'evento dell'Esposizione Nazionale. Capuana, in particolare, si dedicò  a descrivere la vita che si svolgeva in Galleria, dall'alba alla notte inoltrata: la folla, gli artisti, gli operai, le nuove figure espressioni della nuova epoca e dell'intraprendenza, rispetto al vecchio mondo.

 La Galleria, a Milano, costituì di fatto il cuore della città sempre affollato in qualsiasi ora della giornata che veniva rappresentata per appunto come il cuore palpitante della città, nei suoi quattro sbocchi, proprio come aorta ed arteria della vitalità e simbolo dell'intraprendenza di una nuova umanità, fino ad allora inesistente e troppo spesso repressa..

 Intellettuali ed operai si adoperavano a dar vita alle loro rispettive nascenti organizzazioni sindacali; contadini che cominciavano a dar vita alle prime cooperative per la commercializzazione dei prodotti da immettere sui mercati. Si trattò di un periodo di grande risveglio a cui dava colore ed espressione il continuo viavai della gente in quella sorta di nuovo tempio.

 Sotto le volte della Galleria di fatto prese corpo un modo diverso di vedere  le cose del mondo. Lì, in quel contesto di nuova vitalità cominciò a delinearsi un nuovo  "sole nascente".

 In quella Milano, il cinque maggio 1881, venne inaugurato l'Esposizione Nazionale, e fu un evento dalle conseguenze espansive.  All'interno di essa spuntarono spettacoli, conferenze, presentazione di libri e nuovi indirizzi di vita mai fino ad allora immaginate. Da quell'evento venne fuori pure l'interpretazione di "Milano capitale morale d'Italia". Capitale del lavoro, capitale della cultura in contrapposizione a Roma capitale amministrativa.

 La celebrazione della modernità e del progresso e in contemporanea del lavoro che dà dignità alla persona introducono l'Italia nella Civiltà in contrapposizione all'Oscurantismo, come venne da allora bollato il vecchio mondo. In quel clima a cavallo di due secoli, l'uomo moderno  fu in condizione di esaltare le conquiste, dal vapore all'elettricità, dal taglio di Suez al traforo del Cenisio, tutti successi riportati e contenuti nel concetto e nel significato di Progresso e poi di "progressisti".

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