Le concezioni della
Storia: il progresso
Proseguendo la panoramica sul "progresso" viene fuori sempre che i primi progressisti -in linea generale, ovviamente- sono sempre i primi a diventare conservatori, a trovare imbarazzo dallo scorrere della Storia che, in più casi, li sorpassa.
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Il dibattito sul treno
Al suo sorgere il treno fu assunto come simbolo del "progresso", e come tale fu condannato da tanti (i conservatori) ed esaltato da tanti altri (i progressisti). Chi si schierò contro il treno? ovviamente i circoli tradizionalisti, a favore, ad esaltarlo, fu tutta la cultura allora di orientamento positivista.
Nell'immaginario collettivo i primi treni furono accostati ad una creatura diabolica che possedeva in sé il fascino proibito e seducente del male. |
In Francia la contrarietà all'introduzione delle ferrovie trovò consenso negli ambienti cattolici tradizionalisti, mentre gli entusiasti furono i saintsimoniani, ossia i seguaci di Saint-Simon (1760-1825), promotore francese del socialismo utopico. Costoro fecero nelle loro battaglie in direzione del progresso delle vere e proprie "predicazioni" presso il popolo, e nel loro impegno legarono i simboli della modernizzazione industriale con la dottrina sociale e del lavoro e con lo sviluppo delle dottrine estetiche del nuovo vivere.
In Italia il cosiddetto romanticismo ebbe posizioni molto incerte al punto che intrecciarlo con la profondità filosofica del progresso risultò piuttosto complesso. Comunque al contrario che in Gran Bretagna e Francia le divisioni ideologiche fra progressisti e conservatori -qui- erano meno nette. Molte figure del nostro romanticismo furono protagonisti del movimento sociale e culturale che portò il nostro Paese ad affacciarsi nel club dei paesi in via di industrializzazione e allo sviluppo della nuova tecnologia industriale. Ciò consente di dire che in Italia l'offensiva della cultura classica e di quella romantica contro l'introduzione delle nuove tecniche industriali trovò pochi intellettuali. Qui prevalse l'entusiasmo. Ma... non mancarono ovviamente gli antagonisti.
Il treno di Giosuè Carducci
In una poesia (1863) l'allora giacobino, anticonformista e polemico contro le istituzioni, Giosuè Carducci, fa una entusiastica celebrazione del treno, simbolo del Progresso. Senonché alcuni quinquenni dopo egli cambierà di prospettiva. Quel mostro che corre verrà da lui contrapposto all'interiorità e al sentimento.
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