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giovedì 17 marzo 2022

Solidarietà agli ucraini. L'accoglienza di questi giorni non basta

 Sono ormai milioni gli ucraini che per sottrarsi ai bombardamenti russi hanno varcato i confini del loro paese in direzione dei paesi occidentali. Soprattutto in Polonia, ma non solo. In Italia ne sono già arrivati tanti.

 Passati i giorni iniziali dell'emergenza spetta adesso all’Unione europea, senza che si sia chiusa la crisi della pandemia dare segni che la solidarietà e la civiltà non si risolve nelle parole.

 Occorreranno scuole, case, sanità e -soprattutto- lavoro per milioni di profughi, non solo in Polonia, ma in Spagna, in Svezia e in Italia.     Sappiamo tutti -infatti- che non si tratta di rifugiati temporanei. Tantissimi di questi rifugiati resteranno tali per anni e alla luce delle passate esperienze sappiamo tutti che la simpatia nei loro confronti, come in tutti i conflitti, si attenuerà e svanirà. 

 Proprio perchè in Occidente sappiamo ciò che accadrà nel più lungo termine è bene che da subito l'U.E. ed i governi nazionali inizino a darsi da fare perchè il concetto di "solidarietà umana" non sia -come troppo spesso è accaduto- sterile. 

 La nostra civiltà è -e deve essere- diversa dalla visione che ne possiede Putin.


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