Per una storia locale
Alle soglie della modernità, o per meglio dire nel periodo in cui gli arbëreshe furono sollecitati dai Cardona ad insediarsi nell'area di Calatamauro (fine XV secolo), la realtà agricola di tutte le aree interne dell'Isola puntava verso un significativo incremento della produzione cerealicola stante la forte richiesta di grano da tutta l'area settentrionale del Mediterraneo Occidentale (dalla Spagna, passando per la Francia al Nord Italia). Si voleva quindi, nelle intenzioni dei baroni dell'epoca, perseguire un forte incremento delle produzioni del grano.
Nell'area di Contessa, in particolare, l'indirizzo imposto dai Cardona fu di contrarre l'area destinata a boscaglia (vastissima, allora) ed a prato alla cerealicultura. Nelle aree costiere dell'Isola gli indirizzi erano di tutt'altro segno: dalla cerealicultura si iniziò a passare alla viticoltura e alle colture specializzate, secondo le esigenze del mercato aperto che cominciava ad interessare, a modo di esempio, la Conca d'Oro ed la zona di Termini Imerese.
La scelta imposta alle aree ricadenti nella baronia dei Cardona, ma non solo in queste bensì in tutta la Sicilia dell'interno, fu, stante l'abbondanza di manodopera di non puntare sui miglioramenti tecnici capaci di determinare, rispetto al passato, un aumento delle rese e un più alto rendimento del lavoro, nè di apportare modifiche al regime feudale di gestione delle terre, nè ancor meno il reinvestimento dei profitti nell'agricoltura. Il ragionamento dei beneficiari di quel regime feudale fu di immettere un sovrappiù di lavoro per mettere a coltura granaria più ampi spazi possibili, fossero essi scoscesi o comunque inadatti, quali infatti furono tanti dei feudi affidati al lavoro degli arbëreshe.
Gli storici mettono, tutti, in chiara evidenza che l'onere, i costi ed i sacrifici di riconvertire le colture (da boschi a seminativi) ricadde in quella fase storica sui conduttori, sui coloni che furono fatti arrivare, per quanto riguarda l'area di Contessa, dai Balcani e dai porti ancora sotto il controllo dei veneziani.
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