1909
Viene ucciso a Palermo per mano della mafia l’investigatore italo-americano Giuseppe “Joe” Petrosino.
Il detective - il 28 febbraio 1909 - era arrivato in Sicilia per approfondire relazioni e precedenti penali dei malavitosi emigrati che, con i dati raccolti a New York, non riusciva a incastrare.
Le indagini non andarono oltre le venti del 12 marzo successivo. Quel giorno era stato a Caltanissetta e a quell’ora aveva finito di cenare in un ristorante a pochi passi dall’Hotel de France di piazza Marina, a Palermo, dove aveva preso alloggio col suo vero nome.
La fine della cena coincise con l’arrivo di due sconosciuti dei quali Petrosino si fidò e che lo convinsero a seguirli in direzione dello Steri.
Qualche minuto dopo, quattro colpi di rivoltella fulminarono il poliziotto davanti alla cancellata di villa Garibaldi. E fecero del suo omicidio il primo dei delitti eccellenti, mai del tutto risolti, costati la vita a chi in Sicilia ha lottato duramente contro il crimine organizzato.
In merito a quell’episodio il capo mafia di Bisacquino, don Vito Cascio Ferro, personaggio che aveva base in Santa Maria del Bosco, fu indagato quale mandante o killer addirittura. Ma a suo favore un noto deputato fornì elementi di contro prova inattaccabili.
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