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sabato 3 maggio 2025

Scarsa informazione sui referendum di giugno

 Domenica 8 e lunedì 9 giugno si terrà’ il voto sui 5 referendum abrogativi in materia di lavoro e di cittadinanza, per la validità dei quali è necessario il quorum, cioè che voti il 50 per cento più uno degli elettori. 

Quattro sono i quesiti sul lavoro, promossi dalla Cgil. 1) Abrogazione della disciplina sui licenziamenti nel contratto a tutele crescenti introdotto dal governo Renzi con il Jobs act. Le norme prevedono che nelle imprese con più di 15 dipendenti i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non abbiano più diritto al reintegro nel posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo, ma solo a un indennizzo economico. 2) Abrogazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle imprese con meno di 16 dipendenti. Oggi, in caso di licenziamento illegittimo, l’indennità non può superare 6 mensilità. Se vince il sì, il giudice potrebbe disporre indennizzi maggiori. 3) Abrogazione di norme del Jobs act che consentono contratti di lavoro a termine fino a 12 mesi senza le «causali». Se vince il sì, torna l’obbligo per le aziende di indicare il motivo del ricorso a lavoratori temporanei. 4) Abrogazione di norme in materia di appalti che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante. 

C’e’ un ulteriore referendum promosso da +Europa sui criteri per ottenere la cittadinanza italiana. Se vince il sì, scendono da 10 a 5 gli anni di residenza in Italia necessari per chiedere la cittadinanza, senza modificare gli altri requisiti richiesti (conoscenza della lingua italiana, reddito, ecc). Ai referendum potrà votare, per corrispondenza, anche chi è temporaneamente residente all’estero, esercitando, con il modello online, l’opzione entro domani, 4 maggio.

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