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martedì 13 maggio 2025

L’Europa e l’ottica della Letteratura

Finaliste Premio Strega

La rivista La Lettura  ha chiesto ai cinque finalisti del premio Strega: esiste una letteratura europea? 

Hanno risposto ciascuno come di seguito:


Ida Turpeinen, finlandese, è nata nel 1987 a Helsinki, dove vive. Con un master in letterature comparate, da sempre si interessa dell’incontro fra scienze naturali e letteratura. L’ultima sirena, il suo primo romanzo, è vincitore dello Helsingin Sanomat Literature Prize come opera di debutto, è nella selezione del Finlandia Prize, dell’Adlibris Award e del Torch-bearer Award. Si è aggiudicato inoltre il Blogistania Award, riconoscimento dei blogger, bookstagrammer e booktoker finlandesi. È stato venduto in 27 paesi.

1) È certamente vero che le tradizioni letterarie europee sono state plasmate da eredità comuni, come l’antichità greco-romana, il cristianesimo, l’Illuminismo, il Romanticismo, la nascita del romanzo. Allo stesso tempo, l’Europa è un ricco intreccio di canoni locali, lingue e tradizioni letterarie che si sono sviluppate in condizioni uniche. I confini tra letteratura europea e mondiale sono sempre più sfumati. Molti scrittori europei sono immigrati o fanno parte di una diaspora, le loro opere affrontano temi globali. Forse si può parlare di letteratura europea come rete fluida e sfaccettata di dialoghi e relazioni intertestuali.

Paul Murray è un autore irlandese. Il suo romanzo Il giorno dell'ape è entrato nella shortlist del Booker Prize nel 2023, vincendo nello stesso anno l'Irish Book Award. Nato a Dublino, ha frequentato il Blackrock College, un'esperienza che avrebbe poi fornito la base per le vicende raccontate in Skippy muore (Isbn, 2010). Ha studiato letteratura inglese al Trinity College di Dublino e successivamente ha conseguito un master in scrittura creativa presso la University of East Anglia. Ha anche trascorso un periodo a Barcellona, in Spagna, come insegnante di inglese. Nel 2025 Einaudi pubblica in Italia, Il giorno dell'ape, al tempo stesso affresco famigliare e ritratto della contemporaneità irlandese.

1) La letteratura riguarda la specificità. Il suo paradosso fondamentale — o miracolo, persino — è che più si diventa particolari, più si diventa universali. Così posso leggere un libro ambientato in un luogo in cui non sono mai stato, un luogo con costumi e una storia molto diversi dai miei, e tuttavia trovare personaggi per cui provare empatia, che rendono più profonda la comprensione della mia stessa vita. Un termine come «letteratura europea» di per sé può non dire molto, le voci sono singole, ognuna impegnata a esprimere cose molto diverse. Ma il fatto stesso che queste voci siano vive, presenti, e continuino a parlarci nel 2025, ha a che fare con il successo del progetto europeo nel mantenere il difficile equilibrio tra favorire l’unità e preservare la diversità.

Terézia Mora è nata a Sopron, in Ungheria, nel 1971, ma vive a Berlino dal 1990 e scrive i suoi libri in tedesco. È finalista con La metà della vita (traduzione di Daria Biagi, Gramma Feltrinelli, pp. 398, e 22).

1) Credo che per ognuno la letteratura nella propria lingua madre sia la più importante. Ma è chiaro che senza letteratura tradotta non saremmo neanche in grado di scrivere la nostra, perciò lo scambio con le altre non è meno essenziale. Penso che le letterature europee abbiano tratti comuni per via della storia culturale che condividono ma, come spesso accade, questo si vedrà solo a posteriori. Chi avrà interesse, getterà uno sguardo indietro e magari vedrà una letteratura europea, oppure no.

Mircea Cartarescu (Bucarest, 1956), il maggiore romanziere in lingua romena, tra i più importanti d’Europa.

1) Non solo la cultura e la letteratura europea esistono, ma definiscono l’Europa più di ogni altra cosa. L’Europa è Omero, Dante, Shakespeare o Thomas Mann più di quanto lo siano la sua industria o le finanze. L’Europa è uno stato mentale, plasmato dalle sue biblioteche, pinacoteche, sale da concerto — tutto ciò che dà alle persone una ragione per vivere, per essere libere, per godere del genio dell’umanità. Gli scrittori europei odiano i muri e amano i ponti. Il loro spirito è legato a valori eterni: la democrazia, il pluralismo, l’istruzione, i diritti umani. Sono davvero orgoglioso di essere uno scrittore europeo: è ciò che mi definisce più di ogni altra cosa.

Jan Brokken è nato a Leida, Paesi Bassi, nel 1949 da una madre russa. Scrittore (e viaggiatore), è in finale allo Strega Europeo con La scoperta dell’Olanda (traduzione di Claudia Cozzi, Iperborea, pp. 384, e 21). Qui le sue risposte alle domande de «la Lettura».

1) Abbiamo in comune i valori europei. Così come abbiamo in comune le guerre europee. Ma una letteratura europea? Grazie a Dio, no. È proprio attraverso la grande diversità che una cultura diventa interessante. Sarebbe noioso se un autore olandese scrivesse allo stesso modo di uno svedese o di un italiano.

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