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giovedì 8 maggio 2025

Un Personaggio

 

Alessandro Trocino, giornalista, scrive di politica e cultura per il "Corriere della Sera" dove lavora dal 1999, prima in cronaca nazionale, poi per 13 anni nella redazione politica come cronista parlamentare a Roma. Ha pubblicato Razza padana (con Adalberto Signore, 2008), Popstar della cultura (2011), La carbonara non esiste (2019) e Scerbanenco a Milano (2024).


L’assurdità: sono le

democrazie a trovarsi in difficoltà 

rispetto al dilagare delle autocrazie



Il paradosso delle democrazie, quello di non 

sapersi difendere dagli antidemocratici, di non avere 

tra gli strumenti a disposizione l’arma letale che 

neutralizza gli aspiranti dittatori. 

Per definizione, la democrazia è docile, comprensiva, 

elastica, resiliente, tende ad assorbire i conflitti. 

Quando viene ferita ha la capacità di rigenerarsi e 

di cicatrizzare rapidamente i danni, reagisce alla 

fisiologia delle passioni e alla patologia degli 

eccessi con la dialettica delle norme e con la 

duttilità del dibattito politico. Difficile che muoia 

per consunzione, per inerzia, per implosione. 

Il pericolo mortale delle democrazie, il virus 

più esiziale, è la torsione autoritaria che 

nasce da chi si innesta nel suo corpo vivo 

e decide di contraddirne i fondamenti, di aggredire 

il regolare funzionamento dell’organismo con la 

negazione dei suoi principi: l’odio, l’intolleranza, 

il settarismo, il fanatismo. Quando una minoranza 

violenta e illiberale cresce in maniera anomala, 

come un corpo estraneo, e ottiene un consenso 

crescente, la democrazia non sa come reagire. 

E quando lo fa, spesso, è troppo tardi.

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