In un Paese democratico il voto non è solo un diritto.
In realtà, come prevede l’articolo 48
della Costituzione, è anche un «dovere civico».
E’ la partecipazione che irrobustisce
il diritto, mentre l’astensione lo indebolisce al punto
da farlo apparire inutile. È questo il
punto che dovrebbe essere chiaro soprattutto a chi
ha a cuore la sovranità popolare.
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Nell’Ordinamento italiano il Referendum ha solamente valore abrogativo. Ci si esprime su temi già votati dalle Camere che di per sé rappresentano la volontà popolare.
Il quorum è, sotto questo aspetto, indispensabile. Incoraggiare all’astensione, come stanno facendo certe forze politiche, conferma nella sua gravità e contribuisce a depotenziare un istituto di fondamentale importanza, come il referendum, già sfibrato purtroppo negli anni trascorsi da qualche eccessivo ricorso ad esso.
Alla fine diventa arduo riproporlo per altri quesiti, magari più importanti se dovesse prevalere l’astensionismo.
Il referendum è comunque ad oggi il più importante istituto di democrazia diretta, in quanto prevede l’intervento diretto del popolo che attraverso esso fa sentire la sua volontà.

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