Il primo Concilio Ecumenico:
si svolse a Nicea
Probabilmente il primo viaggio di papa Leone XIV, la sua prima uscita dal Vaticano, potrebbe avere come meta la Turchia il prossimo 24 maggio: li’ Papa Francesco si era proposto di celebrare i 1700 anni trascorsi dal concilio di Nicea.
Quel Concilio fu un evento di grande rilevanza teologica (stabilì la vera natura di Cristo), politica (fu il primo confronto con il potere imperiale) e anche liturgica (venne formulato il Credo, quello ancora oggi recitato in Chiesa).
La teologa Chiara Curzel, docente di patristica all'università di Trento, scrive: «Il concilio fu convocato per dirimere la cosiddetta questione ariana che metteva in dubbio la piena divinità del Figlio rispetto al Padre fino a considerarlo la prima delle creature, e dunque discuteva l’idea stessa di Dio e di salvezza». Si trattava di stabilire, dunque se Cristo fosse della stessa natura del Padre e dunque avesse natura «eterna» o se, come sostenevano alcune correnti del tempo, ad esempio l'arianesimo, fosse stato «creato» e dunque avesse avuto un inizio nel tempo. A Nicea prevalse la tesi sulla piena divinità di Cristo.
Il Concilio rappresenta comunque una pietra miliare perché è il primo momento nella storia in cui i cristiani si riconoscono in una sola comunità unita e universale. Non a caso l'eredità principale arrivata fino a noi è la formula del «Credo», la professione di fede che ancora oggi i fedeli recitano nel corso della liturgia.
L'altra novità assoluta riguarda il piano politico: per la prima volta i cristiani si confrontavano con l'autorità imperiale; una questione - quella dei rapporti tra Chiesa e potere politico - che avrebbe vissuto momenti estremamente conflittuali nei secoli successivi e che è attuale tuttora.
In quel Concilio venne definito il meccanismo con cui viene ancora oggi calcolata la data della Pasqua: la prima domenica di plenilunio dopo l'equinozio di primavera. Furono pure stabilite le regole sul celibato per gli ecclesiastici e la specifica autorità attribuita alle sedi episcopali di Roma, Alessandria e Antiochia.
Padre Ruggero Cantalamessa il 4 gennaio scorso sull'Osservatore Romano scrisse: «Convocato per definire lo statuto ontologico di Cristo e il suo posto nella fede della Chiesa, il concilio di Nicea finì per conseguire un risultato, se possibile, ancora più importante e decisivo: quello di definire l’idea stessa del Dio cristiano».
Secondo altri autori da lì, da Nicea, iniziò un processo di «romanizzazione dei cristiani» e di «cristianizzazione dell’impero» che si prolungherà nell’impero bizantino e culminerà in Occidente con Carlo Magno e con il Sacro romano impero.
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