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La Corte del Commercio Internazionale, il tribunale federale con sede a Manhattan, ha bloccato i dazi di Trump e finalmente ci fa intendere che in ogni sistema democratico esiste sempre un giudice che ci tutela dalla prepotenza e dalla ingombranza di chi ignora o dimentica che esiste un giudice in ogni Berlino del mondo (1).
La Corte ha stabilito che la legge a cui si è richiamata la Casa Bianca - l'International Emergency Economic Powers Act del 1977, che conferisce al presidente il diritto di regolamentare il commercio durante le emergenze nazionali - non dà affatto a Trump l’autorità di imporre unilateralmente dazi su quasi ogni Paese del pianeta come ha inteso fare il 2 aprile, nella cosiddetta Giornata della Liberazione.
L’amministrazione Trump ha già presentato ricorso in appello, e il caso verosimilmente finira’ davanti alla Corte suprema. E riteniamo noi, che non essendo gli USA uno Stato dittatoriale, alla fine Mr. Trump dovrà adattarsi alla legislazione a sfondo democratica del suo Paese. I giornali sottolineano che la decisione del tribunale, secondo alcuni esperti, significa anche che il governo americano potrebbe dover ripagare i soldi già raccolti con i dazi.
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(1) L'espressione "Ci sarà pure un giudice a Berlino" oppure "Esiste, dunque, un giudice a Berlino" è ripresa da un'opera di Bertolt Brecht nella quale si narra la storia di un mugnaio che lotta tenacemente contro l' imperatore per vedere riparato un abuso. E di fatto quel mugnaio ottiene giustizia anche nei confronti dell’Imperatore.

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