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lunedì 12 maggio 2025

Come le tecnologie influiscono sul nostro vivere

 E’ indispensabile non

diventare schiavi delle tecnologie

E’ accaduto a Monreale
Al culmine di una lite «per futili motivi»
hanno perso la vita 3 giovani monrealesi:
Salvo Turdo, Massimo Pirozzo e
Andrea Miceli.

Fra gli effetti collaterali delle tecnologie
ci sarebbe che accorcia la
pazienza e aumenta l'impulsività.




Non si può non restare sorpresi di fronte a quello che è accaduto a Monreale, poche settimane fa, dove un ragazzo di diciannove anni ha sparato diciotto colpi di pistola, per colpire giovani rei solo di aver raccomandato ad alcuni guidatori di scooter di andare più piano per non investire i frequentatori di un luogo affollato?

 Stando a taluni sociologi alla base di simili eventi stanno le condizioni sociali, come nel caso del ragazzo del quartiere Zen di Palermo, a determinare questi comportamenti. Si tratterebbe quindi di ragazzi cresciuti in strada, che, come sembrerebbero confermare anche le carte dell’inchiesta aperta sulla strage e i racconti dei testimoni, erano noti per le risse e i furti. 

  E pero’ sociologi e psicologi fanno sapere che il male di vivere dei ragazzi è trasversale e non conosce confini. Ogni anno nel mondo, ci sono (leggiamo su un libro) 46.000 suicidi di adolescenti, mediamente  uno ogni quarto d’ora. Il mondo di oggi appare ai ragazzi come una selva di pericoli, un luogo dal quale ritrarsi chiudendosi in sé stessi, fino alla soluzione estrema, o cercando, sempre più nell’alcol, un modo per fuggire dal presente e dal contesto.

  Gli stessi sociologi e psicologi ci fanno ancora sapere che l’uso di trascorrere due/tre ore al giorno davanti ad un display non è senza conseguenze.  Ne sono convinti tantissimi e tantissimi studiosi, se un recente studio su 2400 bambini sotto i cinque anni dimostra come «trascorrere più di due ore al giorno davanti al display si accompagni a una riduzione delle capacità di concentrazione e della memoria a breve termine», così come delle «capacità linguistiche e cognitive».  Pare addirittura che gran parte dei giovani dei nostri giorni non si orienta nella lettura di brevi brani libreschi.


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