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venerdì 7 marzo 2025

Ordinamento degli Enti Locali (in Sicilia)

 Politicanti alla siciliana

Una piccola rivoluzione si preannuncia nell’Odinamento dei comuni siciliani. I giornali del Nord parlano di  trovata istituzional-elettorale per aumentare la platea degli aspiranti a una poltrona nei comuni con più di 15 mila abitanti. Il tutto per accrescere la platea dei presunti politici.

Chi non viene eletto consigliere, può sperare perché chi lo precede per numero di voti venga  nominato assessore, così  il primo dei non eletti potrà occupare il posto di consigliere, il quale potrà tornare a fare il semplice consigliere  se e quando uscirà dalla giunta. 

 Si intende che il  posto da consigliere «supplente» non spetta al primo dei non eletti, ma al primo della stessa lista del neoassessore. 

  
La norma è stata approvata in commissione Affari istituzionali, a Palazzo dei Normanni, il palazzo di re e vicerè dell’antico regime, sede dell’Assemblea regionale. 

  E tutto avviene con l’imbarazzo dei funzionari di questo parlamento che avevano avvertito che la nuova figura «non è contemplata dalla legislazione statale o da altre regioni speciali».
 Ma un po’ tutti hanno finto di non capire.

 Il lettore sappia ancora, che i politici siciliani sono prossimi a far rinascere le vecchie province, abolite dieci anni fa con un colpo di spugna da un governatore poco rimpianto dai suoi stessi sostenitori di sinistra, Rosario Crocetta. Renato Schifani marcia invece verso le elezioni, anche se si tratta di elezioni di secondo grado. Significa che ad eleggere i nuovi inquilini di questi palazzi, finora retti da commissari, saranno non i cittadini ma i consiglieri comunali di tutti i comuni della stessa provincia. E i consiglieri supplenti (di cui alla nuova trovata) potranno contribuire con il loro voto.

 E’ inutile evidenziare che questo new deal dei nostri politici dovrà essere vagliato in aula all’Assemblea prima di diventare legge. Il Testo unico sugli enti locali prevede  «per i Comuni con popolazione superiore a 15 mila abitanti l’incompatibilità tra la carica di assessore e di consigliere comunale». 
Dispone infatti che, all’atto dell’accettazione della nomina quale componente della giunta, «il consigliere nominato assessore cessi definitivamente dalla carica e subentri al suo posto in consiglio il primo dei non eletti». Non il primo della lista, come piace a capicorrente e, sembrerebbe, anche ai segretari di partito. 

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