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domenica 30 marzo 2025

La domenica serve anche per riflettere

 Dibattiti dottrinali

Col Concilio di Nicea
il destino dell’Impero
romano e del Cristianesimo
si intrecciano.


 Dal Concilio di Nicea (325) a quello di Calcedonia (451) trascorsero 125 anni di significative novità che segnarono la storia fino ai nostri giorni.

— Fu definito un nuovo rapporto con lo Stato,

—Si accelerò ed estese il processo di diffusione del Cristianesimo, anche al di fuori dell’Impero Romano,

—Furono create strutture e ordinamenti che avrebbero retto per secoli la vita delle chiese e permeato di se’ la società,

—Fu precisato il pensiero cristiano sia pure attraverso controversie dottrinali,

—Venne modificata la base stessa del vivere sociale e il regno di Dio reclamo’ con sempre maggiore perentorietà il suo primato.

   Convertirsi al Cristianesimo ha rappresentato una scelta drammatica per tanti. Vivere diversamente, sconvolgere i consolidati parametri morali “cambiare mente”  (dal greco metànoia): e’ questa la profonda risposta al nuovo appello di Gesù Cristo.

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Una Riflessione dei nostri giorni 

 Ludwig Hagemann

  Centro della fede cristiana e’ Gesù Cristo. Tutti coloro che si definiscono cristiani e portano dunque il suo nome si appellano alla persona storica di Gesù di Nazarete all’interpretazione della sua vita e della sua morte testimoniata nelle Scritture del  Nuovo Testamento. Mentre l’Antico Testamento rispecchia la pia esistenza di un popolo che era conscio del legame con Dio (Jahve’) e che nel corso della storia ha conosciuto di continuo la sua forza redentrice, il NT testimonia le esperienze che gli apostoli e la Chiesa primitiva hanno fatto con Gesù Cristo. L’AT viene pertanto visto quale libro della promessa, la quale ha trovato in Gesù Cristo il suo compimento.

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