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domenica 16 marzo 2025

L’amico cane (2)

 La nascita delle razze. 


Da sempre, dall’alba dell’umanità, gli esseri umani hanno iniziato la loro vita con il cane; tra i tanti animali che li circondavano  fu questo nella vita e nelle attività di tutti i giorni ad affiancarlo: nella caccia, nella cura degli armenti, nella guardia e persino nella guerra. 
Gli uomini hanno iniziato  a selezionare gli esemplari che più si adattavano ai diversi ruoli, individuando quelli più naturalmente predisposti. È così che sono nate le razze. Ed è per questo che tutti i cani si assomigliano ma non sono tutti uguali.

Conoscere le caratteristiche delle diverse razze -a quanto sostengono i veterinari- è molto importante quando si decide di avviare una convivenza con uno o più cani.
La selezione sempre più spinta effettuata nel corso dei secoli ha fatto sì che si creassero cani con forti specializzazioni, a cui corrispondono però esigenze, bisogni o desideri che tenderanno ad emergere nel corso della loro vita, anche se nelle nostre famiglie non saranno impiegati per la caccia, per la custodia o la conduzione di greggi o mandrie, per la guardia della proprietà. Men che meno per la guerra o per i combattimenti. 

 
Da qui la necessità di sapere qualcosa di più della loro possibile indole. Le motivazioni di razza determinano il comportamento, in aggiunta al contesto sociale che a sua volta lo influenza e lo modifica. Sapere cosa desidera dentro di sé un cane di una razza selezionata per la caccia o per altri scopi, anche se per noi sarà semplicemente un compagno di vita, aiuterà a gestirlo nel migliore dei modi.

 Come? Riconoscendo i suoi bisogni e desideri e assecondandoli il più possibile, seppure in un modo diverso e compatibile con le vite moderne. Possiamo avere un segugio anche se non andiamo a caccia, un pastore maremmano anche se non abbiamo pecore da proteggere. L’importante è creare le condizioni perché il cane si senta appagato e non viva con ansia o frustrazione la repressione di quelli che, ancora una volta semplificando, potremmo definire i suoi «istinti». Che se restano troppo o sempre  inespressi rischiano di sviluppare comportamenti problematici.

(Segue)

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