Nuove forme di spiritualità
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Origini del Cristianesimo Il concilio di Gerusalemme del 50 sancirà il riconoscimento della universalità della nuova fede e il distacco dall'osservanza dei rituali dell'ebraismo.
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Il secondo secolo fu un tempo di religiosità in fermento ed ebollizione. Era ormai entrata in crisi la religiosità pubblica tradizionale con la sua mescolanza di elementi di spiritualità e di esigenze politiche che fino al periodo di Augusto erano rimaste in auge, e cominciano a diffondersi invece per tutto l’Impero-Romano-ellenistico diversissime forme di spiritualità che danno ruolo preminente al singolo individuo/cittadino. Di fatto la popolazione dell’Impero romano risultava estremamente variegata e cominciava a non riconoscersi nelle cerimonie di culto pubblico, anzi cercava risposta ai bisogni individuali di salvezza e a quelli della morale individuale. Ed il cristianesimo sembrava rispondere proprio a questi nuovi bisogni.
L’Imperatore/filosofo Marco Aurelio, di fronte ai martiri cristiani mostrava tutto il fastidio degli intellettuali pagani verso quello che a loro sembrava un fanatismo teatrale e che però possedeva grande forza di attrazione.
Per frenare la corrosione sociale il retore Luciano di Samosata ed il medico Galeno di Pergamo colgono alcuni elementi della nuova religiosità sottolineandone l’adesione “irrazionale” e incondizionata dei cristiani a ciò che questi definiscono il Salvatore (che per entrambi è oggetto di dura critica ed elemento che va a soppiantare la ragione). Galeno tuttavia manifesta ammirazione per la nuova morale cristiana in materia sessuale, che gli appare più nobile di quella dei pagani. Luciano, con tono irridente, testimonia comunque la carità fraterna che crea legami di solidarietà tra i membri della nascente comunità cristiana.
Accade comunque che agli occhi della gente comune la nuova morale comincia ad apparire eroica e tale da nobilitare i costumi dei pagani.
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Una Riflessione dei nostri giorni
Maria Grazia Spadaro su Oriente Cristiano N. 3 Settembre 2024
Donne diacono nella Storia della Chiesa.
Dalla storia sappiamo che anche le donne ricevevano un vero e proprio ordine che le incorporava a pieno titolo nel clero in quanto diaconi. La storicità di tale ordinazione è ampiamente documentata.
Il loro rito di ordinazione, presente già nei primi libri liturgici della Chiesa, era identico a quello per i diaconi uomini.
Queste donne diacono esplicavano nella Chiesa primitiva diversi servizi che potevano variare nel tempo.
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