L’artaru di San Giuseppi
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Artaru di S. Giuseppi Un'usanza entrata a far parte del folklore ma le cui origini raccontano una storia rurale antica come il mondo che nelle comunità cristiane ha mescolato insieme i riti pagani, ma oltre al sentimento religioso ha anche un valore culturale e sociale estremamente importante. |
Tutte le feste di paese sono connesse all’esperienza e alla rappresentazione del tempo che scorre. Pensando alla recente festa locale, di Contessa Entellina, quella di San Giuseppe, si può ritenere che essa, come tutte le feste, è intesa ad instaurare un tempo altro rispetto ai ritmi del vissuto quotidiano (che peraltro a Contessa E., mostra segni più che evidenti dello spegnimento graduale complessivo).
I rituali festivi, tutti, scandiscono il ciclo dell’anno, segnando -per breve tempo- un rapporto speciale. Tutte le feste di paese, che in Sicilia si allacciano generalmente a festività religiose, scandiscono e si propongono di scandire l’annuale rivivere del tempo circolare.
La recente festa di San Giuseppe ha, in tutti i centri siciliani, suoi propri caratteri strutturali. Eppure in questa ricorrenza un po’ ovunque in Sicilia si pone all’attenzione la particolare marcatura (forma) del pane che viene posto sui tanti artara. Questi artara possiedono il significato simbolico della festa stratificato nel tempo; significato che in qualche modo riesce a garantire continuità di vita e di memoria alle comunità.
Accanto alle diverse forme di pani, sugli artara notiamo carciofi, cardi che secondo l’amico antropologo vogliono rappresentare l’offerta di primizie. Vegetali che appunto rimandano al concetto di evoluzione della vita.
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