Valter Tucci (psicologo, genetista e direttore del laboratorio di genetica ed epigenetica del comportamento dell'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova).
Stiamo procedendo a trattare sul “male” perché
leggiamo e conosciamo di esseri umani che sono più attratti da esso che dal bene, dalla solidarietà.
Presupposto su cui intendiamo avviarci e’ che le azioni di ciascun essere umano sono influenzate dall’ambiente in cui vive e che, comunque, è attraverso un processo biologico che ciascuno perviene a distinguere tra il muoversi nella solidarietà o nell’intralciare e nel creare problemi al prossimo.
^ ^ ^
^ ^^
Gli esseri umani, nel corso della Storia, hanno sempre dibattuto su quali principi fosse conveniente mantenere un equilibrio tra la sfera “personale” di ciascuno e quella “sociale” della comunità. E’ da questo confronto che è sorta e sviluppata quella che definiamo la “giustizia”. Nello scorrere dei secoli attorno al principio della “giustizia” si sono creati e disfatti governi, leggi, diritti e doveri.
Gli esseri umani proprio per mantenere l’equilibrio della “giustizia” hanno avviato ogni loro riflessione dalla constatazione che in giro, attorno al consorzio umano, esiste il male. E da questo presupposto tutti i governi, le autorità, le istituzioni si sono da sempre appropriate del monopolio, del diritto, di eventualmente esercitare il male, le punizioni, su coloro che violano le leggi. Il caso più evidente, in alcuni paesi, è addirittura quello della pena di morte.
E’, purtroppo, scontato che sia nei paesi democratici che in quelli autoritari, il soppesare benefici e/o punizioni non fa altro che alimentare scontentezze e diseguaglianze. Ed è scontato inoltre che il mondo del XXI secolo non e’ ancora quello della perfezione, né quello che sa distinguere il giusto dall’ingiusto, le persone in gamba dai malvagi.
Sulla scorta di una vasta letteratura sulla natura dell’essere umano ci proponiamo di scavare sulla natura della figura umana, sul suo vasto potenziale umano positivo e pure sulla esistente “cattiveria” e pericolosità per le comunità e conseguentemente per la società in generale. Fra le finalità che ci proponiamo c’è quello di voler cogliere se il male di taluni e’ innato, se e’ codificato nei loro geni, o se è l’ambiente, la condizione sociale in cui vivono. Probabilmente, nostro convincimento è che non è né l’uno né l’altro.
(Segue)
Nessun commento:
Posta un commento