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sabato 4 febbraio 2023

Uomini e Storia. Pavel Florenskij (4)

  La guerra russo-ucraina che da mesi attira l'attenzione e la preoccupazione dell'intero pianeta, nel contempo, spinge a voler conoscere e capire natura, spirito e visione di vivere delle genti dei due paesi, entrambi di origine e maggioranza slava (nei rispettivi territori).

  Un blog di periferia come è il nostro, non riuscendo a trattare tematiche diverse dalla cronaca giornalistica o dalla millenaria vicenda storica  riportata in decine di migliaia di volumi conservati il biblioteche pubbliche e private, ha ritenuto -almeno per qualche tempo- di scandagliare la realtà dell'est-europeo attraverso una figura, universalmente accostata a Leonardo da Vinci: Pavel Aleksandrovic Florenskij (1882-1937), filosofo, teologo, scienziato, pensatore e autore di centinaia di saggi, studi scientifici, scritti autobiografici, tutti testi che tuttora continuano ad essere pubblicati e diffusi in ogni angolo del pianeta dopo il crollo del sistema comunista in tutto l'est europeo; il sistema che non tollerò la mente pensante di Florenskije e che, dopo una pesante detenzione ai lavori pesanti, lo eliminò col un colpo d'arma alla nuca, senza mai informare i familiari se non dopo oltre due decenni dall'assassinio.

 La figura di Florenskij è, e vuole essere, per chi scrive sul blog anche una dimostrazione di vicinanza alle popolazioni dei due paesi che purtroppo da un anno si fronteggiano in una sanguinosa, distruttiva, Guerra Russo/Ucraina.

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 Caratteristica della popolazione slava, che sia russa o ucraina, è che storicamente non la si incontra quasi mai nel "giusto mezzo", si tratta di popolazioni che da un estremo passa sempre all'altro estremo. Pure gente non addentro alle vicende storiche o politiche e che però segue i tg serali in occidente la si sente asserire espressioni del tipo: i russi dall'autoritarismo zarista alla dittatura violenta comunista/stalinista fino all'autoritarismo putiniano, non hanno mai conosciuto veri processi di democratizzazione.

Interessarci della figura di Florenskij vuole essere un modo di esprimere amore verso una figura umana e profondamente "formata", espresione genuina della cultura artistica, scientifica e pure politica e spirituale in cui si riconosce l'intero Occidente (la dignità dell'essere umano). 

Certo egli non è l'unico personaggio russo di cui noi occidentali apprezziamo i valori umanistici (Lermontov, Puskin,  Gogol, Dostoevskij, Pasternak, Solgenitsyn e tantissimi altri sono figure universalmente note). Florenskij sacerdote, pur vivendo in un tempo di forte condizionamento della chiesa nella Russia di Lenin/Stalin, non mostrò mai nel suo essere uomo di scienza, di cultura e religioso condizionamenti nel suo pensare e nel suo vivere. Rimase sempre personaggio religioso, scienziato, artista  ed uomo spirituale. Affrontò tutte le prove a cui fu sottoposto dal regime stalinista continuando, durante il carcere, le deportazioni, i lavori forzati a scrivere, a riflettere e a studiare su ogni campo del sapere umano. Tutto ciò che porta la sua grafia fu allora materiale clandestino e quello che è caduto nelle mani dei suoi carcerieri è uscito, e continua ad uscire tuttora dagli archivi dei servizi segreti stalinisti, previo verifiche e censure.

  Perché quella figura era pericolosa per lo stalinismo? perché quel fisico, matematico, filosofo, epistemologo, ingegnere, teologo, sacerdote costituiva minaccia allo stato totalitario ?

 Secondo il prof. Natalino  Valentino (membro dell'Accademia italo-russa “Sapientia et Scientia”), uno dei più noti studiosi in Italia del grande pensatore russo,  la metafisica cristiana si intreccia inscindibilmente con la scienza e la cosmologia contemporanea, e furono avvertite dal regime dei Soviet con grande preoccupazione sotto il profilo culturale e politico in quanto minavano le stesse fondamenta dell’apparato ideologico ateo del neonato edificio totalitario.

 Per questo l’opera prima venne censurata, poi denigrata su commissione come intollerabile residuo dell’oscurantismo borghese da parte del matematico e ideologo marxista-stalinista Ernst Kolmann, proprio nello stesso anno nel quale Florenskij veniva arrestato definitivamente e condannato alla carcerazione nel gulag delle isole Solovki, per essere poi fucilato cinque anni dopo, nel dicembre del 1937.

 Presentandosi in abito talare nei più importanti simposi scientifici, nonostante il ripetuto divieto da parte delle autorità politiche, senza mai rinnegare le proprie convinzioni, Florenskij pagò con la vita la sua aperta e convinta adesione e testimonianza di fede e di libertà. In questo senso -sostiene il prof Valentino- è giusto considerarlo un martire della Chiesa ortodossa che ha saputo pensare, affermare e testimoniare la verità nel cuore della tragedia del Novecento, tenendo insieme vita e pensiero, fede e ragione, Vangelo e cultura, scienza e mistica.

(Segue)

 

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