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sabato 4 febbraio 2023

Capita

Quanto vale la vita di una persona, di un essere umano? 

Zelia Guzzo era una insegnante di Gela, aveva 37 anni ed è morta a causa di una trombosi celebrale. Era stata vaccinata con Astrazeneca nel  marzo del 2021. Giorni dopo aveva iniziato a sentirsi male e il 12 marzo fu ricoverata all’ospedale di Caltanissetta, dove è morta 12 giorni dopo. 

Zelia era mamma di un bimbo di un anno e mezzo. La sua famiglia ha ricevuto dal ministero della Salute un indennizzo di 77 mila euro, cifra che secondo il legale di famigli è ritenuta «irrisoria» e il marito giudica offensiva.

  Secondo l'avvocato che assiste la famiglia di Zelia Guzzo, e secondo i periti di cui si serve, la procura, come in altri casi accaduti in Italia, ha stabilito che la causa della morte fu proprio la somministrazione del vaccino basato sull’utilizzo dell’adenovirus. L’insegnante sarebbe morta per una trombosi celebrale provocata dalla inoculazione del vaccino. Stando qui la causa del decesso il risarcimento al marito, al figlio e alle sorelle viene considerato «irrisoria e offensiva per una perdita che ha provocato tanto dolore».

«La vita non ha prezzo - dice il marito della docente, Andrea Nicosia - ma questa somma è un’offesa per il mio bambino rimasto orfano a due anni. Abbiamo persino dovuto batterci per ottenerla. Mi sento doppiamente tradito dallo Stato». «Andremo avanti in sede penale e civile per avere giustizia», aggiunge il legale. 

 La famiglia Guzzo, sempre secondo il legale, è stata la prima in Italia ad aver ricevuto l’indennizzo, a luglio scorso. 

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