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domenica 5 febbraio 2023

Uomini e Storia. Pavel Florenskij (5)

 La visione e la concezione del 

mondo di Pavel Florenkij

Dalla seconda metà del 1921 Florenskij tenne un corso per gli studenti dell'Accademia teologica di Mosca. Era quello il tempo della smobilitazione generale delle strutture della chiesa per volontà delle Autorità bolsceviche. Egli portò avanti il suo insegnamento di storia della filosofia con imperturbabile onestà intellettuale e di resistenza rispetto a quelli che erano i valori della sua vita.

Immaginando che sarebbero state le ultime lezioni sulla materia, dal momento che era stata già avviata la nazionalizzazione di tutti i beni della Chiesa e la smobilitazione di tutte le strutture e iniziative pubbliche della Chiesa, Florenskij si premurò di ampliare tutti gli argomenti di ricerca filosofica e teologica  da lui impostati negli anni precedenti e riportò le lezioni su quaderni compilati di suo pugno. Quaderni ricomparsi in anni successivi al crollo del regime comunista.

Quegli appunti sono rispuntati in anni successivi al crollo del comunismo, e sono stati riportati in forma integrale in più edizioni librarie e tradotti in tutte le lingue più diffuse.

 In un passaggio sulla "concezione del mondo", tra le questioni principali metteva in primo piano la fede, intesa come "principio che porta frutto", la falsità della posizione dell'apologetica e il suo razionalismo nell'indicare gli errori interni dei sistemi; la crisi della cultura e la concezione medievale e rinascimentale del mondo;  l'escatologia; il platonismo come "nodo" filosofico della visione scientifica del mondo; il concetto di orientamento ...   ... e sosteneva "Compito del presente corso è spiegare il significato intrinseco di alcuni presupposti, aspirazioni e termini della concezione cristiana del mondo e della sua collocazione storico-culturale".

 Proveremo, nel tempo, a riportare ampi spazi di quegli appunti che egli titolò: La concezione cristiana del mondo (Lezioni all'Accademia teologica di Mosca -1921-).

 Il suo amico Sergej Bulgakov, nel 1943, così tratteggiò Florenskij:

  Era nato e cresciuto in una famiglia di cultura (il padre era un colto ingegnere) ed era stato educato in un'atmosfera di Beethoven e di Goethe, ma fuori dalla religione. Essendo per educazione un aristocratico dello spirito, era in un certo grado anche un esteta. Dopo la fine del ginnasio, dove colpì gli insegnanti con le sue capacità matematiche, allora già da ricercatore, si iscrisse alla facoltà di matematica dell'Università di Mosca, alla cui conclusione fu trattenuto presso qualche cattedra di matematica, (e ancora a lungo, dopo, i fisici e i matematici di Mosca non potevano dimenticare quello studente dotato). Nonostante tutto ciò, padre Pavel, cambiando bruscamente il percorso della sua vita, entrò come studente all'Accademia teologica di Mosca (alla Lavra di San Sergio), assumendo l'obbedienza del nuovo lavoro scientifico in teologia, e allo stesso tempoo dell'ascesi spirituale.

(Segue)

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