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lunedì 6 febbraio 2023

Storia e Cultura

 Rinascimento e Liberazione della Politica

 Nei secoli andati e fino all'alba della modernità (dal '500 in poi) l'assetto politico e sociale di quello che oggi definiamo l'Occidente era fondato e convalidato secondo due differenti modi.

 Quell'assetto di società rappresentava la struttura familiare come una sorta di ricalco del cosmo, ossia intesa come unità organizzata in forma gerarchica, al cui vertice stava Dio. Stando così l'impostazione cosmica su quell'impostazione andava ricalcato l'assetto ed il governo di questo mondo, in una sorta di monarchia universale: l'unica alternativa su cui si poteva optare e da imporre stava se a capo del tutto, sulla terra, dovesse starci il Papa o l'Imperatore.

 Altra tematica o concezione dell'ordine sociale che animava, se si può dire, il dibattito politico di allora consisteva sulla natura biologica. Aristotele aveva, oltre un millennio prima, insegnato che l'uomo derivava dall'unione a fini ricreativi tra maschio e femmina, questa pertanto stava all'origine della famiglia, e questa doveva permanere al fine di creare barriere di protezione associandosi con altre famiglie per dare vita alla società e agli Stati. 

 Veniva dato per scontata la superiorità naturale del maschio nei confronti della femmina e quindi del "patriarcato" che inevitabilmente conduceva alla "monarchia" quale forma di governo, così come le differenze qualitative tra esseri umani giustificavano le gerarchie.

 Su quei presupposti, Dio, re (o pontefici) e padri di famiglia costituivano, in successione, la gerarchia sovrana da riconoscere all'interno di quella che fu la società umana. Il monarca era, veniva immaginato, quale padre di quella famiglia allargata che era il popolo. Gli veniva riconosciuto un potere assoluto quanto assoluto era il potere di Dio, padre nei cieli, e potere assoluto era quello del padre di famiglia in terra.

 Queste impostazioni secolari, millenarie, vennero messe in discussione con una nuova visione, una nuova politica del Rinascimento, che già con Machiavelli raggiunse il culmine. Così come Galileo aveva de-sacralizzato il cosmo, Macchiavelli secolarizzò, allo stesso modo, la politica e la visione dei rapporti della società degli uomini.

 (Segue)

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