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mercoledì 15 febbraio 2023

Elezioni Amministrative. Il problema di Contessa Entellina sta nell'isolamento viario

 E' superfluo ricordare lo stato della viabilità di collegamento di Contessa Entellina con i centri vicini e di quella che ci collega con la fondovalle in direzione del capoluogo. E' superfluo perché pure chi non possiede una patente sa imprecare contro le Autorità in genere, che siano o meno dirette responsabili. 


Grotta del caricatore
di Sciacca


Centinaia di cavità ipogee,
collegate tra esse, facevano
nel '500 di Sciacca uno dei
principali porti
 frumentari siciliani.




 La viabilità interna al territorio di Contessa E. segna piccole realtà in qualche modo "rimediate" ed altre assolutamente impercorribili. E questa situazione non aiuta la realtà agricola, unica fonte che ancora trattiene poche centinaia di famiglie sul territorio, la cui conversione da esclusivamente agricola in altri versanti cultural-produttivi stenta a convertirsi.

 Però su questa pagina ci piace riportare una breve narrazione a sfondo storico sulla viabilità nella Sicilia del Passato.

  Le prime strade di collegamento in Sicilia furono quelle fra centri urbani dell'età greca. Le costruzioni di nuove strade più che una funzione di agevolazione al commercio e alle relazioni avevano inizialmente semplicemente la tensione di espandersi dalle città costiere via via sempre più all'interno dove i greci si imbattevano con comunità sicane, sicule, elime e che nel tempo tendevano ad assimilare. Ovviamente alle stradelle occasionali e per fini locali i greci non tardarono a realizzare strade solide e durature con selciati e ponti più al servizio degli eserciti che delle popolazioni contadine dell'isola.

 Da Siracusa la via selinuntina -nel 251 a.C.-  fu percorsa da 60 elefanti di Asdrubale ed andava da Gela ad Agrigento, Eraclea e Selinunte. Un'altra strada carrabile andava da Imera a Siracusa. Accanto alle strade asservite agli eserciti ed ai carri da guerra andarono fiorendo nerl tempo le mulattiere, soprattutto nelle aree interne della Sicilia. Prima che arrivassero i Romani  le strade vere realizzate (a parte le trazzere) erano quelle che la strategia militare suggeriva  per il trasporto di macchine pesanti ai fini di assediare una città munita di mura.

 L'arrivo dei Romani produsse la realizzazione di otto strade (assi)  col fine che avessero lunga durata, munite persino di tombini che contribuissero a regimentare le acque. Una di quelle opere è la Via Valeria, lungo il litorale fra Messina e Lilibeo.

 I bizantini non prestatono molta cura alla viabilità precedente e alla solidità di questa, motivo per cui si torno', nell'Isola, ai percorsi naturali (le finora conosciute trazzere). Il trascorrere dei secoli che ci portano al periodo spagnolo segnano l'assoluto disinteresse in materia di viabilità. 

 Il periodo spagnolo e l'isolamento delle campagne produssee il germe tipicamente siciliano del brigantaggio. Arrivare all'interno dell'Isola era come addentrarsi nelle aree ancora oggi da esplorare del Brasile. Comunque le trazzere fino al '700 continuarono ad essere servite come mulattiere, per lo spostamento delle greggi e dal '500 pure come mulattiere  per trasportare il grano dai feudi interni dell'Isola nei caricatori. Nel caso di Contessa dal '500 vennnero messe a coltura i vastissimi feudi dei Cardona  e vennnero vitalizzate le trazzere che dall'interno servivano a portano il grano mediante  lunghe file di muli nei caricatori di Sciacca e per poi di inviarlo sia in Spagna che nel Settentrione d'Italia.

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