Ci proponiamo di sviluppare una mappatura (tendenzialmente completa) della realtà del mondo feudale siciliano.
Iniziamo da dopo il movimento del Vespro Siciliano.
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Breve mappa della realtà feudale
Gran parte dei feudatari erano arrivati dalla Spagna
Nell'età di Federico III d'Aragona (1296-1337):
I Lancia tenevano Caltanissetta e altri 11 feudi in Val di Noto, 4 feudi in Val Demone e altrettanti in Val di Mazara.
I Moncada erano signori di Augusta e di altri cinque feudi in Val di Noto, più Bivona in Val di Mazara.
I Tasgliavia avevano Castelvetrano, Ravanusa e Giardinello, in Val di Mazara.
Gli Aragona facevano centro a Cammarata.
I Barresi a Caltabellotta.
I Graffeo a Partanna.
E non tarderanno ad insediarsi altre famiglie trapiantate in Sicilia:
Gli Alagona,
Raimondo Peralta (Conte di Caltabellotta dal 1338, la cui famiglia si estese su la Val di Mazara, compresa l'area costiera di Castellamare del Golfo.
Rappresentanti dell'aristocrazia isolana erano:
I Chiaramonte, che tenevano la Contea di Modica, con Scicli e Chiaramonte, in Val di Noto e poi Caccamo, Racalmuto, Siculiana e Favara, in Val di Mazara.
I Ventimiglia, tenevano quasi per intero tutte le Madonie, da Geraci a Gangi, San Mauro, TusaCaronia, Gratteri, Montemaggiore, le due Petralie per citare solo mi centri maggiori.
Attorno a questo mondo ruotava un ulteriore mondo di baroni minori ma irrequieti che alimentava e viveva di antagonismi fra le grandi famiglie.
Vedremo in prosieguo di approfondire.
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