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mercoledì 22 febbraio 2023

Contessa Entellina. Due giorni fa Frances LoJacono ha compiuto 105 anni


Attestato conferito a Frances
LoJacono, 105enne di Contessa
Entellina (nata in New Orleans),
nella giornata di ieri
dall'Amministrazione
Comunale
locale
Buon Compleanno a Frances

LoJacono

probabilmente la più longeva di 

Contessa Entellina

*   *   * 

Ci piace riportare qui di seguito un recente articolo del Corriere della Sera sulle possibili ragioni della crescente e generalizzata longevità negli anni a noi più vicini di tante persone, in più punti del pianeta..

= = = 


Quello che gli abitanti 

delle «zone blu» ci insegnano

per vivere (meglio) e più a lungo

ELENA TEBANO

Il segreto della longevità ossessiona gli esseri umani da quando esiste la civiltà. Oggi sono in particolare le élite tecnologiche della Silicon Valley a investire miliardi di dollari per cercare di capire come vivere più a lungo, forse perché i limiti del corpo sono gli unici che i nuovi padroni del mondo non riescono a superare. Il divulgatore scientifico e saggista Dan Buettner ha scelto un approccio meno costoso e più immediato: è andato a vedere cosa hanno in comune le popolazioni più longeve della terra. Le zone dove c’è un alto tasso di centenari o ultracentenari, chiamate dagli esperti «zone blu», sono cinque e una di esse è in Italia: la provincia di Nuoro, in Sardegna (in particolare la Barbagia di Seulo, dove si trova la più alta concentrazione di centenari al mondo), l’isola di Okinawa in Giappone e quella di Ikaria in Grecia, la penisola di Nicoyan in Costa Rica, la città di Loma Linda in California (dove vive una comunità di fedeli della Chiesa avventista del settimo giorno). Buettner, come racconta sul suo sito Bluezones.com, ha analizzato con un gruppo di medici, antropologi, demografi ed epidemiologi le popolazioni locali e ha trovato che hanno 9 cose in comune:

1. Si muovono in modo naturale. «Non si allenano, non corrono maratone e non si iscrivono in palestra. Vivono invece in ambienti che li spingono costantemente a muoversi senza pensarci. Coltivano orti e non hanno comodità meccaniche per i lavori in casa e in giardino» scrive Buettner. Inoltre passano molto tempo all’aperto in ambienti poco inquinati.

2. Danno un senso alla loro vita. «Gli okinawani lo chiamano “Ikigai” e gli abitanti di Nicoyan “plan de vida”; per entrambi si traduce in “perché mi sveglio la mattina”. Conoscere il senso della propria esistenza vale fino a sette anni in più di aspettativa di vita» secondo Buettner.

3. Sanno ridurre la velocità. «Anche le persone che si trovano nelle zone blu soffrono di stress. Lo stress porta all’infiammazione cronica, associata a tutte le principali malattie legate all’età. Ciò che le persone più longeve del mondo hanno rispetto a noi sono le routine per eliminare lo stress». Tutte hanno inoltre un approccio rilassato al lavoro.

4. Mangiano con moderazione. Buettner la chiama la regola dell’80%: smettere di mangiare quando lo stomaco è pieno all’80%. «Lo scarto del 20% tra l’assenza di fame e la sensazione di sazietà può fare la differenza tra perdere peso o aumentarlo. Le persone che si trovano nelle zone blu consumano il pasto più piccolo nel tardo pomeriggio o nella prima serata e poi non mangiano più per il resto della giornata». La colazione (o il pranzo) è solitamente il pasto più importante. Consumare la maggior parte delle calorie nella prima parte della giornata asseconda i ritmi circadiani, l’orologio innato dell’organismo, e fa sì che il corpo le metabolizzi meglio, evitando l’accumulo di grassi e i picchi di zucchero.

5. Consumano molti legumi. Tutte le popolazioni delle zone blue hanno una dieta semivegetariana particolarmente ricca di legumi. «Il 95% delle calorie proviene da vegetali e solo il 5% da prodotti animali» spiega Buettner. «I fagioli, compresi le fave, la soia e le lenticchie, sono la pietra miliare della maggior parte delle diete dei centenari. La carne, soprattutto quella di maiale, viene consumata in media solo cinque volte al mese». Le diete delle zone blu sono anche ricche di noci, mandorle, pistacchi, nocciole e anacardi o altri tipi di semi simili.

6. Bevono (moderatamente) vino ed evitano il tabacco.«Gli abitanti di tutte le zone blu (tranne gli avventisti) bevono alcolici con moderazione e regolarità. I bevitori moderati sopravvivono ai non bevitori. Il trucco è bere 1-2 bicchieri al giorno (preferibilmente di vino Cannonau sardo), con gli amici e/o con il cibo. E no, non si può risparmiare per tutta la settimana e bere 14 bicchieri il sabato» scrive Buettner. Il Cannonau è ricco di antiossidanti.

7. Coltivano il senso di appartenenza. La quasi totalità dei centenari studiati da Buettner ha un qualche tipo di fede. «La confessione non sembra avere importanza. Le ricerche dimostrano che frequentare i servizi religiosi quattro volte al mese aggiunge 4-14 anni di aspettativa di vita» spiega.

8. Hanno relazioni affettive significative. «I centenari nelle zone blu mettono la famiglia al primo posto. Ciò significa mantenere i genitori e i nonni anziani nelle vicinanze o in casa (questo riduce anche i tassi di malattia e di mortalità dei bambini in casa). Si impegnano con un partner (cosa che può aggiungere fino a 3 anni di aspettativa di vita) e investono nei loro figli con tempo e amore» afferma Buettner.

9. Vivono in comunità che favoriscono comportamenti sani. «Le persone più longeve al mondo hanno scelto, o sono nate, in circoli sociali che sostengono comportamenti sani; gli abitanti di Okinawa creano “moais”, gruppi di cinque amici che si impegnano l’uno con l’altro per tutta la vita» scrive.

Per vivere (bene) fino a 100 anni o più «bisogna aver vinto la lotteria genetica». Ma — sostiene Buettner — anche chi non ha geni fuori dall’ordinario può vivere fino a 90 anni rimanendo relativamente in forma, se adotta gli stili di vita delle zone blu. A cominciare dall’alimentazione. «Secondo alcune ricerche — sintetizza il Washington Post —, la genetica incide per circa il 25% sulla durata della vita di una persona, mentre la dieta, l’ambiente, l’esercizio fisico e altri fattori legati allo stile di vita costituiscono il resto. Gli studi dimostrano che anche se si inizia a migliorare la propria dieta solo dopo la mezza età, si può comunque aggiungere un decennio o più alla propria aspettativa di vita».

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