Gli anziani e la solitudine
Il problema,
«Studi condotti in varie parti del mondo, ma soprattutto negli Usa e nel Regno Unito, hanno dimostrato che potrebbe soffrire di solitudine fino al 50 per cento della popolazione» ha dichiarato Diego de Leo, psichiatra, presidente della quinta Giornata Nazionale AIP contro la solitudine dell’anziano, tenutasi a Padova al Centro Culturale Altinate San Gaetano.
«Sono soli bambini e ragazzi, sole sono anche le giovani madri, le persone divorziate, gli anziani, le persone che fanno loro assistenza e le persone in lutto. In effetti, paesi come la Norvegia, la Danimarca e la Finlandia avevano da qualche tempo segnalato la gravità e lo spessore del problema solitudine. Uno studio promosso dalla Fondation de France ha evidenziato come siano diversi milioni i francesi che si dichiarano soli e che soffrono in conseguenza di tale condizione.
Per non parlare del Giappone, dove il problema della solitudine ha raggiunto dimensioni drammatiche ed è sfociato anche in rappresentazioni crudeli del vivere da soli, come il fenomeno del kodokushi, il morire in modo completamente solitario e spesso ignoto agli altri».
In Italia già nel 2018 l’Istat aveva segnalato l’esistenza di un grave problema di solitudine, soprattutto tra gli anziani. «Circa il 30 per cento delle persone con più di 75 anni di età dichiara di non avere nessuna persona a cui riferirsi in caso di bisogno, e solo l’undici per cento degli anziani intervistati dichiara di ritenere di poter contare, in caso di bisogno, sul sostegno di un vicino di casa. È una situazione preoccupante, visto che l’Italia figura tra le nazioni a sbilanciamento demografico più marcato, con una quota di ultrasessantacinquenni che già sfiora il 25 per cento della popolazione totale. E secondo le stime dell’Ocse, l’Italia diventerà entro il 2050 il terzo paese più anziano del pianeta, rispettivamente dopo Giappone e Spagna».
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